165 - Il babbo scopa la sua figliola Michela e poi se la incula.
Data: 02/05/2018,
Categorie:
Etero
Incesti
Dominazione / BDSM
Autoerotismo
Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu
... marmo rosa che a semicerchio saliva al primo piano.Percorremmo una balconata e giungemmo davanti ad una porta, ci fecero entrare e ci dissero di accomodarci e di sistemarci che la cena sarebbe stata servita alle ventuno.Due camere comunicanti, una matrimoniale e l'altra più piccola con un solo letto singolo, esse erano divise da una porta in legno lavorato completamente affrescata, posizionata al centro della parete. Nella stanza grande si trovavano un enorme letto matrimoniale e diversi mobili, tutti di grande pregio, poi, appesi agli altissimi soffitti con su dipinte raffigurazioni di donne nude e uomini altrettanto nudi, enormi lampadari di scintillante cristallo. Guardando ancora gli affreschi delle volte, notai i piccolissimi piselli che il pittore aveva dipinto a quei maschi così potenti e muscolosi e dentro di me risi di gusto.Dopo aver sistemato le nostre poche cose, in attesa che papà facesse le sue abluzioni in bagno, uscii sul terrazzino semicircolare e mi appoggiai al freddo davanzale.Sul lago lontano, vedevo la riva che di lassù mi pareva assai remota. A far risplendere la serata, il chiarore della luna che dall'alto dominava le tenui luci artificiali.L'acqua del lago era uno splendore, pareva metallo fuso, mantenuto liquido da un grande ed invisibile fuoco. Vidi su quella lucente superficie una barca in lontananza, con su una lampara dondolante e pensai romanticamente a stare su quella barca con un bel ragazzo, dolcemente abbracciati, entrambi con gli occhi ...
... persi dentro a quella magnifica luna. Dio mio, come doveva essere bello! Tolsi i gomiti dal davanzale ed incantata, mi appoggiai con la spalla e la tempia allo stipite della porta ad ammirare ancora, il mirabile spettacolo che la natura generosamente mi offriva. Poi, dopo qualche minuto, infreddolita, rientrai lasciando le persiane ed i vetri spalancati e, in attesa del babbo, sognante, mi allungai ancora sul letto e mi parve di immergermi in una bianca e liquida luce, mi sembrò che un poco di quel lago lontano fosse salito fino a me e che in quelle tiepide acque io mi cullassi mollemente.Mio padre resuscitò dal bagno finalmente sbarbato e liscio, pettinato come mai l'avevo visto prima. Indossava il vestito carta zucchero, quello buono, sotto ad esso si era infilato una camicia bianca e, udite udite, una cravatta blue. Anche le mani erano pulite e linde. Non che lui fosse uno sozzone ma le mani callose a volte portavano sulla pelle un indelebile colore marrone che altro non era che la tangibile traccia del suo duro lavoro. Era un vero figo il mio babbo, un uomo niente male; nel vederlo così mi passarono nella mente le foto dell'album del matrimonio con mia mamma. Un poco più vecchio ma era sempre lui, il mio grande e fighissimo papà.Nel salone, un lungo tavolo imbandito, di quelli che si vedono nei film, dove marito e moglie cenano soli, lontani dieci metri l'uno dall'altra.Ci fecero sedere a tavola, io e mia sorella vicine al conte e il babbo lontano a fianco della contessa. Con ...