A spasso nel tempo 2
Data: 04/05/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Raccontando
... alla prova per saggiare la mia fedeltà alla tua Santa Chiesa?»
«Ma cosa diavolo dici, Gismondo. Ritorna in te. A te piacciono gli uomini, accetta questa realtà…»
Tuttavia, mentre pronunciavo queste parole e vedevo il suo sgomento negli occhi capii che la mia era una battaglia persa. Se già nella mia epoca molti uomini fingevano una vita normale per nascondere la propria omosessualità, figuriamoci cosa doveva provare un individuo di mille anni prima. Era incatenato ad una concezione sadica e perversa dell’amore che neanche dopo un millennio sarebbe stata completamente debellata.
Di fronte ai suoi occhi tristi, quindi, gettai la spugna. Mi avvicinai soltanto, gli afferrai il mento e lo baciai. Tremava di paura, tremava di eccitazione, tremava di passione. E fu questa a vincere invadendo i nostri corpi come un fiume in piena. Mentre le nostre lingue esploravano le nostre reciproche bocche, le mani perlustravano con amorevole potenza i nostri corpi. Notai che il mio amante era già più audace della prima volta. Afferrò il mio pene ormai durissimo stringendolo fin troppo forte, come se volesse garantirselo per sempre. Io gli tastai le chiappe muscolose e senza troppi convenevoli feci scivolare il dito medio nelle sue più profonde intimità. Nonostante il dolore della piccola penetrazione non si ritrasse ma divaricò leggermente le gambe per facilitare la mia perlustrazione. Ora era completamente remissivo e in balia dell’eccitazione. Continuando a baciarci ci spogliammo ...
... velocemente, riscaldati dal fuoco che bruciava vicino. Gismondo di sua iniziativa iniziò a leccarmi il collo, i capezzoli, i pettorali. Scendeva lentamente sempre più giù, vinto da un desiderio ancestrale che sfidava le remore etiche che comunque lo tormentavano. La sua lingua si attardò sulla pancia, osando qualche movimento più in basso ma senza trovare il vero coraggio di farlo. Delicatamente, quindi, posi una mano sulla sua testa e lo spinsi giù, per liberarlo dalla responsabilità di questa iniziativa. Non si perse in preliminari, non era il tempo. Si inginocchiò e lo prese tutto in bocca con una voracità che sorprese persino me. Adesso, lo capivo, non pensava a me, ma solo a succhiare un cazzo. Era concentrato solo su quello e benché fosse inesperto cercò a suo modo di essere delicato e non farmi male. Di tanto in tanto mi guardava, come se cercasse nel mio sguardo consenso, rassicurazione. Inizialmente io gli sorridevo per tranquillizzarlo. Ma il sesso è anche voluttà, istinto e pian piano abbandonai i miei propositi di dolcezza. Dopo poco, infatti, gli spingevo in profondità il mio grosso membro nella bocca, tenendolo dalla nuca. Gismondo si aggrappava alle mie gambe, alle mie chiappe, altrettanto sode e tornite. Cominciai dei movimenti decisi nella sua bocca, ma non volevo che tutto si concludesse con un pompino. Gli allontanai il viso e lessi nel suo sguardo un’espressione di incomprensione.
«Non sono bravo?»
Mi fece quasi tenerezza.
«Sei bravissimo ma voglio ...