Il traghetto
Data: 14/05/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: nh-paul
... costruire una casa in un
terreno che abbiamo appena fuori Monaco e … lo vorrei anch’io!”
aggiunge sottovoce.
Il bacio che ci lega non finisce più: entrambi godiamo di quello che
lui ha espresso e che è stata un meravigliosa profferta per me.
Mi tuffo di nuovo su di lui e ogni più piccolo centimetro della sua
pelle prova il contatto della mia lingua: lo sento vibrare e squotersi
dal piacere. Mi spingo anche sui glutei e mi spingo nel solco.
Ormai non ha più remore, mi lascia fare tutto quello che voglio.
Le violacee crespelle vengono leccate, succhiate finché vibrano
da sole: allora lo penetro con la lingua e, mentre gli pongo una
mano sulla bocca per quietare, almeno un po’, i ruggiti che gli
fuoriescono, gli immergo un dito.
Stringe un po’, poi mi accoglie.
Gioco con le prime due dita, poi torno a lavorare di saliva … finché
gli sussurro all’orecchio: “Può farti male, al principio, ma, poi, sarà
come andare in paradiso …” e gli posiziono la punta che scivola
per qualche millimetro dentro di lui.
Agita il tondo muscoletto, ma non per rinserrarlo: mi vuole.
Spingo, prima delicatamente, poi con più forza. Finché, mentre lui
addenta il cuscino per tarpare i mugolii che gli sfuggono, lo
penetro a fondo, poi mi lascio andare, fermo sul suo corpo che
sussulta ancora.
Quando tutto è calmo e il suo respiro è tornato regolare, comincio
lentamente a indietreggiare e a spingere, a poco a poco.
Il respiro ...
... continua ad essere calmo: non sente più dolore.
Bene! Ora deve sentire il piacere!
Comincio a cavalcare, sempre più veloce e sempre più in
profondità. Il respiro calmo ha lasciato il posto ad un continuo
gorgoglio.
Si agita per meglio accogliermi.
Ad un certo momento, senza essersi neppur toccato, sento che
raggiunge l’orgasmo: voglio farmi sentire anch’io e, accelerando
al massimo, lo riempio del mio seme con sua enorme goduria,
espressa con mugolii, carezze e uno sguardo dolce che implora la
mia lingua.
Ci addormentiamo che siamo ancora allacciati nel nostro bacio.
E’ mezzogiorno quando il telefono, di nuovo, ci scuote. “No, cara,
non so dove siamo … mi ero addormentato e proprio non lo so …
ora mi informo e poi ti chiamo!”
Ci sorridiamo felici, ci accarezziamo, poniamo piccoli baci sulle
gote, sulla fronte, sul naso dell’altro: sembriamo due innamoratini
di Peynet, mi dico.
“Facciamo la doccia?”
“Sì! Falla prima tu!”
“Dicevo se la facciamo insieme!” Sorride come uno scolaretto cui è
stato offerto qualcosa di proibito. Mi prende per mano e entriamo
in docca e son subito baci, carezze, palpamenti un po’ ovunque …
Al colmo dell’erezione, mentre acqua e shampoo mi entrano
anche in bocca, lo spompino ancora.
Quando mi interrompe, è perché vuole ricambiare: così ci
alterniano, mentre la pozza d’acqua supera la soglia del piccolo
bagno e raggiunge la moquette della cabina.
Continuiamo a ridere mentre ci ...