1. Il traghetto


    Data: 14/05/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: nh-paul

    ... sciacquiamo, gettiamo giornali ad
    
    assorbire l’acqua e ci rituffiamo sul letto in un abbraccio che ci fa
    
    sentire una cosa sola!
    
    Di nuovo la rompiballe!: “No, cara! Non sono ancora uscito! Cosa
    
    ho fatto!?! La doccia e ora mi sto vestendo.” Ma la sua mano gioca
    
    con il mio scroto e, nelle brevi pause, le sue labbra mi succhiano
    
    in lui.
    
    “Non temere! Appena so qualcosa ti chiamo!”
    
    “Uffa! Devo andare ad informarmi! Scusami: mi aspetti?”
    
    “Ti aspetto? Non ti lascio andare!” e mi ributto sui capezzoli,
    
    sull’ombelico, sul pene … sta per dimenticare cosa deve fare …
    
    ma il ricordo della virago lo fa staccare da me. A stento!
    
    “Scusami!” ed esce con i pantaloni che mettono in evidenza un
    
    pene che non riesce a ritornare in riposo!
    
    Rientra dopo qualche minuto: è tutto sorridente: “Abbiamo un
    
    ritardo di due ore! Possiamo restare in cabina fino alle due e
    
    mezza!” comunica trionfante.
    
    Il mio bacio lo ringrazia per la notizia: mai l’annuncio di un ritardo
    
    m’aveva fatto tanto piacere!
    
    Ne avverte anche la moglie, mentre, abbassata la cerniera
    
    ricomincio a spompinarlo.
    
    “Sì, cara! È proprio una fregatura! Meno male che il mio vicino è
    
    una persona così a modo e alla mano: le ore sembrano volare! Sì,
    
    hai ragione … me ne sono dimenticato! Ora glielo chiedo …”
    
    Al mio segno di assenso, ecco che le dice che “sembra” che il
    
    vicino accetti di venire a Monaco!
    
    “Ci vengo! Ma non per il progetto né per tua moglie: vengo per ...
    ... te!”
    
    “Lo so!” e si rituffa nella mia bocca.
    
    Mi fa stendere e comincia a leccarmi tutto, così come prima ho
    
    fatto a lui. Alluci e dita dei piedi, polpacci e ginocchia, cosce e
    
    scroto e, più giù … si avvicina al mio foro, ma non osa.
    
    Lo guarda, ma non osa.
    
    Lo agito, tendendolo e rilassandolo.
    
    Un dito lo accarezza.
    
    Poi se lo bagna di saliva e, ancora lo accarezza.
    
    Io lascio fare: non voglio che faccia nulla di cui pentirsi.
    
    Per questo, quando finalmente mi lecca, lascio che la sua lingua
    
    mi penetri.
    
    “Vorrei prenderti …”
    
    “Ti voglio anch’io!”
    
    “Aiutami …”
    
    Espongo al massimo il mio foro e lo faccio palpitare.
    
    Gli indirizzo la punta della cappella e, quando sento che è pronto,
    
    mi spingo indietro, impalandomi.
    
    Due, tre colpi e lo sento venire in me, mentre un sospiro esala da
    
    lui!
    
    “E’ troppo bello! Scusa, non ce l’ho fatta a trattenermi … Mi
    
    lascerai riprovare?”
    
    Ormai, spesso, i “sì” vengono sostituiti dai baci e ce ne siamo dati
    
    tanti! Ma proprio tanti!
    
    Lo rivolto supino, ne prendo le belle gambe e le appoggio sulle
    
    mie spalle, m’avvicino che l’asta rigida fra le sue gambe:
    
    “Guardami, mentre ti penetro … così, poi, quando avrai voglia di
    
    me ti ricorderai di questo!” Ed entro trionfalmente in lui … fino in
    
    fondo. Lo costringo a guardare, anche quando il piacere gli fa
    
    socchiudere gli occhi.
    
    Lo penetro con affondi che gli dimostrano tutta la forza del mio
    
    desiderio. Piange, di piacere.
    
    Quando sente il ...
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