I migliori an(n)i della nostra vita_1
Data: 15/05/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: honeybear
... Interessante. E quel pensiero ti eccita?” feci cenno di sì con la testa. Frattanto il mio uccello si era talmente indurito da scoppiarmi nei pantaloni.
“Ok, e pensi anche al tuo uccello nella loro bocca?” chiese.
“Qualche v... No, no!“ mi corressi immediatamente o avrebbe pensato che fossi un pervertito totale.
“Hmmmmm. Ok. Grazie, Davide da avere in me una tale fiducia da confessarmi tutto questo tuo peso interiore. So che deve essere stato duro... Ehm, voglio dire, difficile“ a quel punto gli piantai i miei occhi in faccia: aveva detto che se io avessi vuotato il sacco, lui avrebbe fatto lo stesso. Aspettai in silenzio. Invece sembrava lui stesse pensando.
“Coach?”
“Sì, Davide?”
“Lei ha detto che...“
“Oh! E’ vero! Mi spiace, ma prima ho bisogno che tu capisca che questo deve assolutamente rimanere tra di noi e non può essere rivelato a nessuno. Mai. Ok?”
“Tra me e lei!”
“Bene. Devi sapere allora che quando mi masturbo, eh sì, anche un uomo sposato si masturba ancora di tanto in tanto: tutti noi ragazzi lo facciamo. Dicevo, quando mi masturbo, io penso di fare una sega ad un altro ragazzo o di succhiarglielo. Qualche volta penso anche si succhiarcelo a vicenda; l'altro ragazzo ed io, intendo. Ma non noi...“accompagnando le parole ad un gesto eloquente. L’effetto d’indicarci, sottolineato da quel ‘non noi’, sortì in me uno strano effetto: l’immagine di me intento proprio a ciucciare a dovere il cazzo del mio allenatore Bertelli. E sulla scia ...
... di quei pensieri, il mio corpo fu attraversato da un brivido. Il mio uccello divenne ancora più duro ed io maldestramente, compressi l’inguine per mascherare l’imbarazzo. Lui invece se ne avvide e ghignò.
“Sei un po’ eccitato, uh?” bisbigliò, la sua mano ora premeva poco sotto il cavallo e non più sulla coscia. Quando la aveva spostata?
Assentii ancora una volta. Anche perché l’erezione sotto i miei pantaloncini costituiva una prova inoppugnabile del mio stato. Gettai uno sguardo tra le sue gambe e, sorpresa! Al centro dei suoi pantaloni si era formato un alone umido, là dove probabilmente stava il suo uccello. Lui seguì i miei occhi ed abbassò lo sguardo alle sue anche.
“Ooops. È scoppiato! – ridacchiò per nulla imbarazzato - Vedi? Dici quello che pensi e questo è il risultato!“
Deglutii abbozzando un sorriso e col capo gli feci intendere di aver compreso.
“Davide?” disse piano.
“Sì?”
“ Vuoi vederlo?” chiese indicando la macchia.
Ci fu ancora un attimo di silenzio.
“Sicuro“ risposi, accompagnando l’esclamazione con un senso di soffocamento.
”No, davvero. Tu vuoi vederlo?” insisté enfatizzando il pronome 'tu'. Immediatamente capii che non avrebbe alzato il sipario a meno che non fosse più che sicuro delle mie intenzioni.
”Sì. Io voglio vedere il suo uccello, Mister!” ripetei semplicemente. Wow, ero proprio io ad aver parlato! Si alzò e andò a chiudere a chiave la porta. Tenendo gli occhi su di me, abbassò lentamente i pantaloni. Portava il ...