1. Orgoglio nero


    Data: 15/05/2018, Categorie: Etero Autore: mimma_goose

    ... Rebecca è sua figlia. Anche le analisi che le abbiamo fatto fare lo hanno stabilito. So che io e le mie amiche siamo passibili di una denuncia da parte sua per molestie sessuali e stupro. Ma devo pensare anche a mia figlia. A nostra figlia. Quello che le offro è questo: affidamento congiunto di Rebecca. A patto che nessuno venga mai a sapere delle circostanze del suo concepimento. Non le chiedo nemmeno l'assegno di mantenimento. Iniziai a camminare avanti e indietro per l'aula. Era piccola, con poche sedie. Mi ricordavo, mi ricordavo tutto di quella sera. Dell'umiliazione di essere stato usato e subito dimenticato, in un angolo. โ€” Allora ho una figlia. Lei è rimasta incinta ed ha avuto mia figlia. โ€” Sì detective. Rebecca è sua figlia. È una bellissima bambina, molto sveglia. Ora ha poco più di quattro mesi. โ€” Va bene, accetto, signora Miller. Possiamo tornare in aula. Il giudice riprese l'udienza. Stabilì i diritti di visita settimanali, e per le vacanze del Ringraziamento, quelle di Natale e quelle estive. E anche l'assegno di mantenimento. Avrei dovuto versare in un conto vincolato cinquecento dollari al mese. Il tempo passava e Rebecca cresceva. Ho imparato anche a conoscere meglio Sophie. Non era affatto la donna che mi ero immaginato. Non era viziata e snob, come mi era parsa all'inizio. Col tempo nacque affetto per la madre di mia figlia. Non si risposò, dedicando anima e corpo a far crescere nostra figlia. Rebecca era davvero la bellissima bambina che Sophie vantava. ...
    ... Dolce e soprattutto buona. Quando veniva a stare con me voleva sempre andare a trovare i nonni o gli zii (mio fratello) per giocare con i cuginetti. La mia famiglia non ha mai saputo la verità sulla sua nascita. Ho sempre raccontato che era stato un incontro casuale con sua madre, che lei era rimasta incinta, ma non lo aveva mai capito fino a che era nata. Una sera, che era particolarmente in vena di confidenze, Sophie mi disse che si sentiva sola, anche se era sempre circondata da persone. Le chiesi se volesse restare con noi. Accettava sempre volentieri. La mia famiglia la faceva sentire sempre ben accetta e poco contava dei soldi che teneva in banca. Era facile volerle bene. Rebecca aveva già sei anni e mi sedeva sulle ginocchia, mentre stava giocando a carte coi cugini. Si stava divertendo un mondo. Anche Sophie rideva. Sembravamo quasi una vera famiglia. Verso le dieci lasciammo casa dei miei genitori per tornare a casa mia. Misi a letto Rebecca, che si era addormentata in auto. โ€” Perché non resti, Sophie. È tardi e tu hai bevuto un po' troppo. Non sei in grado di guidare. โ€” Potrei sempre farmi venire a prendere dall'autista. โ€” Perché non resti, Sophie. Sarà una bella sorpresa per nostra figlia. Alla fine si convinse a restare. Qualche volta era già capitato che restasse. Avevo un letto in più nella camera della bambina proprio per queste occasioni. Restammo sul divano a chiacchierare fin oltre la mezzanotte. Era bello stare in sua compagnia. Poi ci avviammo per le scale, ...