Tutti per uno - 6
Data: 22/05/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad
... le sue grazie non sono da meno.”, concluse, allungando la mano a carezzargli impudicamente le natiche nude.
“Stiamo dando questa festa in onore di Sua Grazia il duca di Buckingham, ambasciatore di Sua Maestà d’Inghilterra.”, spiegò Re Luigi.
“Venite, giovane Apollo, - fece allora il duca, passandogli familiarmente un braccio sulla spalla - col permesso di Sua Maestà...”
Il Re sorrise graziosamente e si volse ad altri ospiti, mentre il duca si allontanava col giovane D’Artagnan. Raggiunto un divano, i due si sdraiarono e Sua Grazia non perse tempo a sollevare l’orlo della tunichetta del moschettiere.
“Che magnifico manicaretto...- sospirò senza messi termini, carezzando l’uccello di D’Artagnan, che subito rispose al richiamo e drizzò la cresta – Vi dispiace se ne prendo un assaggio?”
“Fate come se fosse vostro…”, ripose scioccamente il giovane, non trovando di meglio da dire.
Sua Grazia non perse tempo: si chinò, annusò con voluttà il profumo di quel fiore selvaggio, poi lo scappellò e con gemito di bramosia lo ingoiò quasi per intero.
A quel punto, quasi si fosse dato il segnale, tutti i partecipanti alla festa passarono all’azione, abboccando cazzi ormai protesi nell’istintiva ricerca del piacere, aprendo con la lingua la chiusa corolla di buchetti più o meno vergini, offrendo le nude terga all’assalto di baldi impalatori.
Il musico Mancinelli ormai taceva, impegnato com’era con la bocca in operazioni più gaudiose e Sua Maestà estraeva dalla sacca ...
... l’organo possente del duca di Buckingham e dopo averlo leccato a lungo ci si sedeva sopra con un sospiro gaudioso, facendoselo scivolare nel budello fino ai coglioni.
Athos, Porthos e Aramis, intanto, attesero un pezzo fuori dal casino reale, indecisi sul da fare, ma nel timore che il loro amico potesse correre chissà quali rischi, alla fine risolsero di passare all’azione.
Proseguirono fino al casino reale e varcarono il grande portone. Arrivati nel cortile, lo stalliere corse a prendere i cavalli, mentre il paggio, credendoli invitati ritardatari, accorreva esortandoli:
“Presto, presto, signori. Siete in grosso ritardo: la festa è iniziata da un pezzo.”, e li guidò su per l’ampio scalone.
Giunti nell’anticamera:
“Cambiatevi, presto.”, disse l’altro paggio agli stupiti moschettieri, facendoli spogliare nudi e dando loro degli abiti, che aveva a portata di mano: a Porthos una pelle di leone, che quello si drappeggiò attorno, novello Ercole; ad Athos una corazza con mantello da antico romano, ma dimenticandosi nella fretta il gonnellino, e ad Aramis un perizoma tempestato di perline di vetro.
Così abbigliati, li spinse nel salone principale.
“Per le palle di san Girolamo!”, esclamò Porthos, vedendo quello che stava succedendo.
“Ma che diamine…”, fece Athos non meno sbalordito.
Solo Aramis capì al volo la situazione:
“Culo mio, fatti capanna!”, urlò, correndo a gettarsi nella mischia.
E’ inutile e noioso a questo punto continuare la descrizione di ...