Monica. Una moglie si racconta -Raccolta di fatti ed esperienze scritte e sparse qua e la in rete.- 2
Data: 01/06/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Monica Prof.
... sollevata la gonna scoprendo le cosce, cosa molto difficile perché l’indumento finiva al di sotto delle ginocchia e anche se di stoffa non pesante, in aula non c’era certo vento che ne potesse sollevare i lembi, richiamando la sua attenzione ho detto: – visto che non mi trovi più interessante, parole di cui subito mi sono pentita, potevo dire: – visto che non trovi interessante la lezione,- perché non prosegui il tuo rapporto con il telefonino fuori dall’aula? Anche nell’atrio ci sono le finestre, anche da lì puoi ammirare il panorama sai!? Senza battere ciglio e con tutta calma si è alzato e mentre si guadagnava l’uscita, passando vicino alla cattedra senza fermarsi, mi ha rivolto un occhiolino e un cenno del capo come a dire –raggiungimi-. Un gesto impercettibile, di cui nessun altro si è accorto, almeno nelle mie speranze. Prima di chiudersi la porta dietro di sé, si è voltato e dall’atrio con una mano mi mostrava lo schermo del telefono, in cui però non c’erano immagini, e con l’altra mano mi invitava ancora a raggiungerlo. Il messaggio era chiaro: -Ti voglio mostrare qualcosa-. Che cosa? Nell’attimo in cui chiudeva la porta, mille pensieri nella mia mente: aveva contattato qualcuno di coloro i quali ormai mi conoscevano intimamente? O qualche altro uomo che ancora non avevo incontrato? Stava guardando qualche video o foto delle mie prestazioni? O peggio stava facendo circolare del materiale? Attimi di terrore, ancora una volta mi aveva presa; dovevo raggiungerlo prima ...
... possibile. Era mercoledì, alle 11,15 avrei finito e sarei andata via, ma a un quarto d’ora dalla fine della lezione, il bidello, bussando, si è affacciato in aula per dirmi che mi volevano in Segreteria, offrendosi di stare lui a badare ai ragazzi, come da ordini che aveva ricevuto. Prima di scendere di un piano, sono andata a far pipì nel bagno dei professori. All’uscita mi attendeva lui, l’alunno che avevo sbattuto fuori dall’aula poco prima. Mi ha spinta facendomi rientrare nell’anti bagno e subito, mettendomi spalle al muro, la sua mano mi si è infilata tra le cosce, sotto la gonna. Lui: – Sei calda! Io: – ma sei impazzito? Già per quello che mi hai fatto finisci in riformatorio, poi se dico che mi hai costretta qui a scuola sei finito. Non sentiva ragioni, lo avevo addosso. Mi ha costretta a entrare in uno degli stanzini dei wc. Ha chiuso. Lo avevo incollato dietro, il suo arnese sulle chiappe. Le sue mani a coppa sulle mie tette. Le soppesava e palpava attraverso maglioncino e reggiseno, poi giù, sulla gonna a sollevarla fino ai fianchi, non volevo urlare ma volevo liberarmi, inutile. Spostando l’elastico ha messo a nudo la figa scorrendo con il polpastrello sul taglio tra le labbra, ha affondato prima uno poi due dita, mi sono morsa le labbra e gli imprigionavo la mano tra le cosce, respiravo affannosamente dopo un attimo di apnea quando è entrato. Sfilando la mano e staccandosi leggermente si è denudato il cazzo. Me lo puntava tra le gambe sempre da dietro, voleva ...