Monica. Una moglie si racconta -Raccolta di fatti ed esperienze scritte e sparse qua e la in rete.- 2
Data: 01/06/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Monica Prof.
... possedermi lì e sarebbe riuscito nell’intento se non glielo avessi catturato tra le cosce. Abbassando lo sguardo vedevo la sua cappella spuntare tra esse. Le labbra della figa gli si poggiavano sopra, sfregavano su quel pene non grossissimo, duro, abbastanza lungo che dando il colpo di reni, la cappella spuntava fuori tutta mentre glielo massaggiavo con le cosce strette attorno. Praticamente gli facevo una sega a cosce strette. Avrebbe voluto fottermi, ma è venuto così, schizzando sulla parete, dandomi il suo seme che la pelle delle mie gambe ha accolto. Ero fradicia, Le labbra della figa ancora gonfie di voglia -Puttana! Ma tanto prima o poi vedrai se non mi ti faccio di brutto …. E magari ti metto anche un bambino in pancia, tanto sei ancora giovane e figli ne puoi ancora fare-. E’ uscito. Mi sono sistemata alla meglio e sono corsa in Segreteria con la paura che si leggesse in faccia il mio essere sconvolta e comunque eccitata, dopo tutto questo. Certo, vedendomi nella solita veste di professoressa, mamma,moglie, seria e irreprensibile e anche abbastanza severa, nessuno poteva sapere che le cosce sotto la mia gonna, abbastanza carnose (non sono certo grassa), lisce, tra le quali quando sono davvero eccitata, mi si sviluppa un calore che a volte mi mette anche in imbarazzo, avevano appena soddisfatto un sedicenne catturando tra esse il pene, massaggiandolo e stringendoglisi attorno fino a farlo sborrare, però sapevo bene che se veramente eccitata, il mio comportamento era ...
... insolito. Piccole cose come rientrare in casa perché avevo dimenticato qualcosa e rientrare una seconda volta perché uscita di nuovo senza averlo preso, sbagliare il nome di qualche alunno ( cosa non così scandalosa) quando in condizioni normali non mi capitava mai, non ricordare di aver dato un appuntamento a casa ad un’alunna (difficile a maschietti, meglio evitare) e dover disdire altri impegni presi quando l’interessata mi suonava alla porta, insomma stupidaggini, sciocchezze così che però, chi mi conosceva davvero anche dal punto di vista dell’essere femmina, quindi solo mio marito almeno fino a quando le mie (dis)avventure non sono cominciate, sapeva interpretare bene. Era proprio a mio marito che all’improvviso ho pensato e quel pensiero mi ha trattenuta dall’entrare in bagno e provare a far da sola anche se sicuramente non mi sarebbe bastato. Non sapeva certo nulla e quello che era successo non me lo ero cercata io, ma mi sentivo in colpa, quantomeno per non essere stata in grado di non provare piacere le volte che ero stata praticamente costretta a concedermi. Un piacere violento, improvviso, che mi ha catturata e a cui non ho avuto la forza di sfuggire, animalesco. Il pene del ragazzino tra le mie cosce, sentirlo indurire poi afflosciarsi, il denso della sborra di un altro estraneo sulla pelle in un luogo, la scuola, che sentivo un po’ casa, dove mai mi sarei immaginata potessi essere a rischio, mi hanno resa vulnerabile e in quei momenti tale mi sentivo, avevo paura ...