1. Il suo nome è olivier, parte ii


    Data: 07/06/2018, Categorie: Tradimenti Autore: LoScrittore91

    ... all’appuntamento. Faccio la doccia, mi trucco, piastro a dovere i capelli ed infine impazzisco nel trovare cosa mettermi per la serata. Jeans o minigonna? Grazie a qualche consiglio di Virginia riesco a trovare l’outfit giusto, forse un po' troppo eccessivo ma in grado di valorizzare al massimo il mio fisico slanciato.
    
    Mi guardo allo specchio mille volte, la camicia bianca che ho comprato la settimana scorsa mi dona. I primi bottoni sono aperti in modo da far intravedere una leggera scollatura. Il reggiseno nero che indosso è favoloso, tiene su la seconda di seno facendola sembra addirittura una terza, non posso che sorridere compiaciuta. La minigonna nera fascia la vita, è talmente striminzita da finire appena sotto il sedere, lasciando così le gambe in bella vista come mio solito. Scelgo dei stivaletti bassi, neri, con un tacco che mi permette di guadagnare qualche centimetro.
    
    - Wow sei uno spettacolo! -, afferma Virginia.
    
    - Grazie -, le rispondo sorridendo mentre continuo a specchiarmi nel bagno della stanza.
    
    - Dove ti porta? -
    
    - Non me l’ha detto, so solo che arriverà fra 10 minuti -, ribatto controllando se il trucco è in ordine.
    
    Dieci minuti dopo, uscendo dall’Hotel, noto una meravigliosa auto bianca parcheggiata sul ciglio della strada, ad una decina di metri da me. Mi avvicino timidamente, fino a riconoscere Olivier sul sedile del guidatore, quindi gli sorrido e apro la portiera.
    
    - Ciao -, gli dico accomodandomi, il sedile in pelle è talmente ...
    ... confortevole da ricordare le poltrone a gettoni che si trovano nei centri commerciali.
    
    Intanto la radio dell’auto, il cui volume è piuttosto basso, sta mandando una canzone famosa di cui non ricordo il nome.
    
    -Ciao. Sei uno schianto stasera -, mi dice mostrando un sorriso stupendo.
    
    I suoi occhi, come ieri sera, mi rapiscono all’istante. Indossa una semplice t-shirt nera, a maniche corte, che mi consente di apprezzare ancora una volta i suoi eccezionali bicipiti.
    
    - Grazie sei gentile -, rispondo prima di scambiarci un bacio sulla guancia.
    
    Sento di nuovo il suo profumo, per un attimo mi sembra di rivivere quei magici istanti sul divano. Allaccio la cintura di sicurezza, dopodiché il rombo del motore mi avverte della partenza. Decidiamo di andare ad un locale nelle vicinanze, non conoscendo Parigi mi affido completamente a lui. Durante il tragitto chiacchieriamo come se non fosse successo niente fra noi, mi racconta di un aneddoto divertente accaduto nel pomeriggio. Sembriamo due amici, per la prima volta mi sento a mio agio con lui.
    
    Dopo un po' parcheggiamo l’auto e proseguiamo a piedi.
    
    - Eccoci qui -, mi avverte indicando un’insegna blu al neon, piuttosto larga, fissata sulla facciata di un palazzo. Sotto la scritta francese c’è l’entrata di un pub, la porta è aperta ma non si riesce a vedere all’interno. Di fronte, praticamente sul marciapiede, una manciata di tavolini e sedie di plastica, di colore verde, sono disposti in modo casuale. Due tavoli sono ...
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