Il suo nome è olivier, parte ii
Data: 07/06/2018,
Categorie:
Tradimenti
Autore: LoScrittore91
... così tanto, non riesco nemmeno a pentirmi di cosa sto facendo. Sono una troia? Forse, ma non mi interessa. Una scopata del genere è quello che ho sempre sognato, avere un cazzo del genere dentro è qualcosa di indescrivibile. Mi dispiace tantissimo per Riccardo, non saprei come dirglielo. Mi sono scopata un ragazzo nero in un vicolo di Parigi e mi è piaciuto da morire. Lo distruggerei all’istante. Non voglio pensarci, non ora che sto per avere un orgasmo epico.
Aumento il ritmo del bacino, cominciando letteralmente a salterellare sul suo massiccio pene, le sue morbide e roventi labbra nel frattempo si alternano sui miei seni succhiando con passione i miei capezzoli. Tengo la sua testa bloccata contro il mio petto, non voglio farlo smettere per nessun motivo.
- Vengo -, sussurro con la voce strozzata dai gemiti.
Il cigolio del sedile aumenta attimo dopo attimo, spinta dopo spinta, sembra quasi volersi rompere da un momento all’altro tanta è la forza con cui lo sto scopando.
Un brivido, poi un altro ancora, la testa va per conto suo, inarco la schiena spingendo il seno contro la sua bocca impazzita. L’orgasmo è come un’onda che travolge una barca in ...
... pieno mare, non riesco a parlare, ad urlare, rimango con la bocca spalancata e gli occhi socchiusi. Dopo un po' mollo la presa sulla sua testa, lo guardo e sorrido, ha un’espressione piacevolmente provata. Sento le sue mani che lentamente si staccano dal mio sedere, permettendomi così di alzare il bacino. Ansimo nel momento in cui il suo pene esce dalla mia vagina fradicia, lo osservo per qualche istante notando come sia cosparso principalmente dai miei liquidi.
- E’ stato fantastico -, mormoro sprofondando la schiena sul sedile del passeggero.
- Ce l’hai strettissima, ho goduto da morire -, mi dice mordendosi il labbro inferiore.
Gli sorrido. - Sbrighiamoci a rivestirci e andiamo, non vorrei che proprio ora arrivi qualcuno -, gli dico afferrando le mutandine dal tappetino dell’auto.
- Prima voglio il tuo culetto -, ribatte, ghiacciandomi. Mi blocca delicatamente un braccio, l’espressione è di chi non scherza.
Il culo? Ma stiamo scherzando? Non l’ho dato a Riccardo per anni, figuriamoci a lui che ha una bestia fra le gambe. Non se ne parla, ero stata chiara. La sua espressione mi preoccupa, mi spaventa, non so come uscire da questa situazione.
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