180 - Valentina, l'amica Veronica e suo figlio
Data: 07/06/2018,
Categorie:
Etero
Sesso di Gruppo
Incesti
Lesbo
Autoerotismo
Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu
... questa statura tutto l�apparato mi pareva ben distribuito. Esaminai la parte posteriore e compresi che il bel sederino di Massimiliano era la copia del mio al maschile. Il mio volto era del tipo mediterraneo, occhi scuri, nasino regolare, bruna, capelli lunghi appena oltre le spalle e mossi in fondo.Dato il mio fisico proporzionato non avevo cellulite da nessuna parte e nel complesso sembravo proprio essere, come mi aveva detto mio figlio, una �bella figa�Uscii di casa, anzi dall�Hotel, e mi recai in un negozio d�abbigliamento a comperarmi alcuni capi eleganti e anche un po� sexy. Dopo averne provato un numero infinito ne comprai alcuni e assieme ci misi pure un paio di completini intimi piuttosto provocanti e delle mutandine parecchio troieggianti.Tornai in albergo mi cambiai e riuscii nuovamente, vestivo con un tailleur rosso corto una decina di centimetri sopra le ginocchia, con una scollatura regolabile con dei bottoncini. Io ne avevo sbottonati tre su cinque e si vedeva bene il canale intermedio tra le mie tettone.Mi ero messa un paio di scarpe con il tacco piuttosto alto, truccata finemente e con i capelli lunghi e sciolti.Camminavo tutta impettita ancheggiando anche un po� quando mi imbattei in Veronica. Con lei c�eravamo conosciute all'epoca in cui frequentavo dei corsi di pittura all'istituto di belle arti, che avevo poi abbandonato dopo il matrimonio. Non era cambiata. Vestiva sempre in modo stravagante e il suo corpo slanciato non era ingrassato nemmeno di un ...
... etto.Ci sedemmo in un bar e, come una liberazione, le raccontai tutto quello che mi era capitato. Più parlavo e più mi sentivo liberata da un peso. Ecco cosa mi serviva, un�amica, semplicemente una buona amica. Lei, volle sapere perché io e Marco avevamo deciso di separarci e rimase molto sorpresa quando le confessai che si era trovato un'altra donna ed aveva deciso di andare a convivere con lei.�Mi spiace, Valentina... sono davvero addolorata...�Alzai le spalle rassegnata.�Avrebbe potuto farsi qualche donnetta ogni tanto e continuare lo stesso a vivere con te.�Aveva ragione, ed infatti ero stata io a volere la separazione ed il conseguente divorzio, ma non volli dirglielo per non fare la figura della moralista intransigente.Mi invitò a casa sua , per mostrarmi dei quadri, ma sapevo che lo faceva per non lasciarmi sola a piangermi addosso.La seguii nel suo appartamento, un attico molto grande e luminoso, con delle belle vetrate. Ammirai i suoi quadri; aveva davvero molto talento e mi ricordai cos'era che all'istituto di belle arti la distingueva dalle altre allieve: uno stile personale fatto di chiari-scuri, molto forti e violenti. Usava pochi colori: solo il nero, l'ocra e il verde intenso. Guardando le sue tele, si provava una certa angoscia e non poco turbamento.Dopo avermi offerto una coppa di vino, parlammo del più e del meno; poi lei mi fece domande sulla mia vita di coppia. Vedendomi reticente, mi esortò, dicendomi:�Rilassati Valentina, puoi raccontarmi tutto. Anche se non ...