1. Valentin: non c'è 2... senza 3!!!!


    Data: 24/06/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: honeybear, Fonte: Annunci69

    “Oh… Sta bruciando…”
    
    Era la mia collega a parlare. Ovvero colei che aveva il pessimo vizio di entrare in studio ed accendere le luci, anche se fuori il sole splendeva alto ed illuminava sufficientemente l’angusto spazio che quotidianamente eravamo costretti a condividere, inondandolo con il suo calore.
    
    “Che fastidio…” continuò.
    
    Il riferimento in questo caso era, non tanto un’autoaccusa, rivolta a quel concentrato di super-ego freudiano corrispondente alla sua persona, quanto all’effetto psichedelico che una luce al neon in fase di esaurimento poteva produrre a livello visivo ed umorale. Per dirla in gergo: una tortura cinese.
    
    Una volta tanto non mi sentii di darle torto e, con il telefono interno, informai il capo della cosa. La risposta, datami sulla soglia d’uscita, fu:
    
    “Dirò a Valentin di passare appena possibile” fu la risposta.
    
    Valentin…
    
    Non mi era più capitato di pensare a lui, dopo quel pomeriggio di settembre. In effetti non era più passato da studio. Alla notizia andai in fibrillazione: la mia mente corse fulminea ai due incontri che avemmo e sentii smuoversi qualcosa nei miei Paesi Bassi.
    
    Imbarazzato per gli effetti della mia prominente erezione, m’infilai in bagno. Mi appoggiai al lavandino e, guardandomi allo specchio, abbassai pantaloni estraendo il mio uccello, oltremodo duro, iniziando a masturbarmi. Dolcemente mi scappellai mentre, sollevata la maglietta con la mano libera, iniziai a tormentarmi i capezzoli.
    
    Venni dopo pochi ...
    ... colpi, soffocando i gemiti: le pareti del bagno sono di carta velina e, come recita l’adagio ‘hanno le orecchie’ (la mia collega tra l’altro, è maestra nell’ascoltare ciò che non deve…). Aprii gli occhi, osservando nello specchio la mia espressione leggermente stravolta ma beatamente soddisfatta; rivolsi lo sguardo al palmo della mano dov’ero riuscito a trattenere tutta la sborra sgorgata dal piccolo orifizio in cima alla cappella. Un caldo tepore si irradiava da quella pozza giallognola.
    
    L’avvicinai al viso per annusarla: l’aroma era acre, quasi salato…
    
    La mia lingua sgusciò infine dalle labbra e la lappò completamente. Avrei voluto che una bocca mi ripulisse anche l’uccello… Ma Valentin non c’era!
    
    Il campanello suonò in quell’istante… La mia collega che chiede se sono ancora vivo: “Cinque minuti e devo andare – gridò prima di senitirle pronunciare – Oh! Ciao Valentin… Io sto uscendo!”
    
    Mi sistemai alla velocità della luce: l’oggetto del mio desiderio aveva appena messo piede in ufficio (ringraziai in silenzio il mio capo per la sua solerzia… Una volta tanto!!).
    
    Era magnifico: il caldo torrido del pomeriggio l’aveva costretto a mettersi in canotta e shorts. Che, uniti agli scarponi ed alla cintura da lavoro stretta (ma non troppo) in vita, gli conferivano inequivocabilmente l’aspetto di uno dei migliori boys disegnati dal caro Tom (Of Finland).
    
    O, più prosaicamente, di uno dei Village People!!
    
    Le spalle nude e forti si prolungavano nei bicipiti marmorei ...
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