Creature della notte - 1
Data: 04/07/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad
... finisse.
“Lasciami andare…”, lo pregò.
Il vampiro non rispose, né si scostò.
“Per favore… lasciami andare…”
Ma l’altro scosse la testa e c’era un che di tristezza adesso nei suoi occhi, quasi fosse legato pure lui ad un destino ineluttabile.
“Non posso lasciarti andare.”, gli disse, infatti.
“Perché?”, si ribellò il giovane.
“Perché ormai sei stato prescelto… e se non ti avrò io, ce ne sono altri mille nascosti qui attorno, dietro quel muretto, nell’ombra di quegli alberi… altri mille pronti a saltarti addosso e loro avranno meno considerazione di me.”
Rino lo fissò con gli occhi sbarrati.
“Ormai devi essere mio…”, continuò il vampiro e tornò a incombere su di lui, accostandogli al collo i canini sguainati. Stava per mordere, poi esitò… richiuse la bocca e tornò a fissarlo negli occhi:
“Ascolta, - gli disse piano, facendo in modo che le sue parole venissero assimilate dalla mente sconvolta della sua vittima – potrei anche non morderti e farti morire… Ma tu devi essere mio in qualche modo, solo così posso proteggerti dagli altri… capisci?”
“Che… che vuoi dire?”, balbettò Rino, mentre un barlume di speranza tornava a splendere nel vuoto dei suoi occhi.
“In qualche modo devo averti…”, ripeté quello e Rino sentì la mano vampiresca scendere bramosa a palpeggiargli il sedere.
“No…”, gemette.
“E’ necessario…”, mormorò il vampiro, stringendolo a sé e tornando a sfiorargli la giugulare coi suoi micidiali, aguzzi canini.
In un modo o ...
... nell’altro, Rino si rese conto di essere perduto. O la sua vita o la sua virilità… fu l’istinto di conservazione a risolvere il problema. Senza neanche rendersene conto, si scostò dal muro, a cui era addossato.
“Bravo ragazzo!”, mormorò il vampiro e richiuse la bocca, premendogli ora solo le labbra sulla giugulare in un bacio voglioso.
Intanto, la sua mano si dilungava a palpare e carezzare il bel culo del ragazzo, non troppo entusiasta della piega che avevano preso gli eventi, nonostante fosse in gioco la sua vita.
“Forse questo è ancora meglio…”, mormorò il vampiro, deponendogli sul collo un altro bacio.
A quel punto, lanciata un’occhiata in giro per vedere se sopraggiungeva qualcuno, il vampiro gli passò sulla spalla un braccio ammantellato.
“Vieni”, gli bisbigliò e lo condusse un paio di metri più in là, dietro l’angolo buio di un muretto.
Qui giunto, lo fece girare e mentre Rino si appoggiava con le mani alla parete scabra, lui gli si accosciò dietro, agguantandogli a piene mani le chiappe polpose con un mugolio di soddisfazione; quindi gli passò attorno le braccia, gli slacciò abilmente i pantaloni e glieli abbassò a mezza coscia.
Erano rimasti solo gli slip a difendere ora la virtù e l’onore del ragazzo, ma furono una misera barriera, che poco o niente resistette all’assalto: in preda ormai ad una ben più pressante smania, dopo aver impastato e mordicchiato quelle natiche carnose, il vampiro afferrò con le unghie la fragile velatura di cotone e la ...