1. 17 - una porca giornata!


    Data: 13/07/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: samantho91

    ... lui sarebbe stato costretto a dirmelo chiaramente, il suo solito monito a non venirgli dentro, e sapevo che non mi avrebbe fatto piacere. Meglio quindi assecondarlo, sorvolare sul fatto che così facendo sfumava ancora una volta la possibilità di venirgli in culo, e reggergli il gioco per continuare comunque a fare dell'ottimo sesso. Stavamo facendo l'amore stupendamente, con tanta tenerezza e dolcezza, nessun gioco della troietta stavolta, soltanto tanto amore e innumerevoli "ti amo" detti sia con le parole, intonate secondo i nostri gemiti, sia con i gesti, tutta quella serie di gesti, di modi di comunicare col corpo che una coppia man mano crea nella propria intimità. Leccare un orecchio ad esempio, era come dire teneramente all'altro "ti amo cucciolo", mordicchiare un capezzolo era una cosa invece più birbante, un pò meno tenera e un pò più maliziosa, tipo "sei una peste, ma sei la mia peste e ti amo tanto tanto", quindi una cosa un pò più giocherellona. Tutto quell'amplesso, uno dei più emozionanti della nostra relazione, meritava di proseguire. Pazienza, l'estate era appena cominciata, ci sarebbero state altre occasioni in cui Andrea, grazie a questa sua stagionale maggior "disinvoltura", mi avrebbe dato nuovamente la possibilità di sborrargli negli intestini. Avrei potuto non chiedergli niente, non indurlo a rifletterci su, e chissà magari non avrebbe detto niente, magari avrei fatto in tempo a sborrargli dentro e se anche se ne fosse poi pentito, ormai sarebbe stato ...
    ... troppo tardi e non avrebbe potuto certo prendersela con me visto che mi aveva detto lui di farlo, ma meglio un ripensamento prima, in tempo, che un pentimento poi, a sborrata avvenuta. Volevo che fosse speciale anche per lui, non volevo che un suo pentimento trasformasse quell'esperienza in un brutto ricordo, volevo fosse bello come il ricordo di tutte le altre nostre "conquiste" nella nostra esperienza sessuale, e sopratutto non volevo rovinare l'umore e il pomeriggio. Diedi quindi giusto qualche altro ultimo colpetto e poi uscì come mi chiese lui. Si sdraiò a terra, pancia in su, spingendo col pollice il suo cazzone alla base in modo che rimanesse verticale, cazzo che bell'obelisco mmmmmmm. Io li per li feci per mettermi a smorzacandela, e già avevo cominciato a impalarmi dentro i primi centimetri del suo nerchione, ma lui mi fermò.
    
    "No, non così, sdraiati sopra di me, ti voglio fare tante coccoline mentre ti faccio l'amore" disse. Mi fece tanto sorridere quell'insolita espressione "ti faccio l'amore", ma non faticai a capirne il senso: Andrea stava ricercando la dolcezza assoluta, in quell'amplesso i sentimenti stavano avendo un ruolo predominante, volevamo entrambi dire le cose nel modo più dolce, fare i gesti più teneri, proiettarci in una dimensione ancora più intensa di amore e complicità. Se avesse detto "mentre ti inculo", la frase sarebbe stata meno dolce, avrebbe dato più evidenza all'atto fisico che a quello stato emotivo in cui eravamo fusi insieme. La scopata ...
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