1. L’esame di martina - capitolo 2


    Data: 27/07/2018, Categorie: Etero Autore: 36degrees, Fonte: Annunci69

    ... facendole scivolare il contenuto direttamente in gola.
“Brava troietta...con questo ti sei guadagnata anche la lode!”, ironizzò l’uomo lasciando cadere il preservativo nella bocca della ragazza; “adesso voglio che ci giochi un po’”, le disse.
Martina tenne in bocca il preservativo facendoselo passare da una parte all’altra mentre l’uomo si accinse a sfilarle gli stivaletti dai piedi; cos’altro aveva in mente?
L’esaminatore portò gli stivaletti dall’altro lato della stanza e li appoggiò a terra.
“Che ne dici di un ultimo giretto, cagna bastarda?”, le disse riposizionandosi di fronte a lei.
La prese nuovamente per la fibbia della cintura che nel frattempo era sempre stata ben stretta al suo collo e si avviarono per un’ultima volta seguendo il perimetro della stanza.
L’uomo si fermò dapprima di fronte alla maglietta di Martina che giaceva per terra; chiese alla ragazza di raccoglierla con la bocca ed i due proseguirono il giro per soffermarsi poi di fronte agli stivaletti di Martina. “Guarda guarda”, disse l’uomo fingendosi sorpreso di trovarli lì; “di chi sono questi begli stivaletti?”, aggiunse dando una leggera strattonata alla cintura.
Martina mugugnò facendone intendere la proprietà; “sono tuoi, piccola cagna?”, disse l’uomo abbassandosi sulle ginocchia e accarezzandole la testa.
Martina annuì tenendo sempre ben stretta la sua magliettina tra i denti e il preservativo in bocca.
“Lo sai cosa fanno le cagne come te per segnare il territorio e tutto ciò che credono di loro ...
    ... proprietà?”, aggiunse l’esaminatore alzandosi nuovamente in piedi.
Martina annuì di nuovo; adesso le era chiaro perché l’uomo le avesse fatto bere tutta quell’acqua, non era soltanto uno stupido premio per aver completato il giro della stanza.
La ragazza restò momentaneamente pietrificata.
Non voleva farlo, le veniva da piangere al solo pensiero di rovinare i suoi adorati stivaletti; erano in assoluto i suoi preferiti e, oltre ad averli pagati a caro prezzo, li considerava anche un portafortuna.
“Dimostrami di saperlo”, disse l’uomo con tono severo; Martina esitò ancora qualche secondo prima di decidersi.
Era arrivata alla fine, aveva fatto le peggiori cose; non poteva tirarsi indietro proprio ora che l’obiettivo era raggiunto.
Martina gattonò quindi in prossimità degli stivaletti e, sollevata la gamba sinistra, cominciò ad orinare sopra uno di essi fermando il getto dopo pochi secondi. 
“Mi prendi per il culo, puttana?”, disse l’uomo chinandosi verso di lei; “falla tutta”, aggiunse.
Martina sollevò di nuovo la gamba e riprese ad orinare spostando il getto da uno stivaletto all’altro; l’uomo spinse quindi gli stivaletti facendoli cadere a terra in modo che Martina potesse bagnarli anche dall’altro lato.
Un ultimo getto di piscio ricadde sulla coscia di Martina; l’uomo sfilò quindi la magliettina dalla bocca della ragazza e la utilizzò per ripulirle la gamba.
“Guarda che casino hai combinato, stupida cagna!”, le disse passando poi la maglietta per terra come fosse uno straccio ...
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