1. Nascita d'una zoccola (dedicato a siamoin3)


    Data: 30/07/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: efermi

    ... dalle bocca ed appoggiò la patta sui glutei di Alessia, che stava zitta e ferma.
    
    Aveva paura, tanta paura. Aveva un coltello e sicuramente non avrebbe avuto scrupoli ad usarlo. Forse era meglio così, stare zitti, in silenzio, sperare nel meglio ed aspettare che avesse finito. Che in quelle campagne isolate e buie non c'è chi può aiutarti. Così Francesco preferì starsene nascosto dietro le tende a guardare cosa aveva in serbo per lui e per Alessia il destino.
    
    Vide Baruk metterle le mani sui fianchi e girarla con forza, afferrarle il viso e violare con la lingua le labbra che aveva baciato lui poche ore prima. Con foga. Stava per piangere. Non aveva il coraggio di scendere a difenderla. Era un codardo. Pensò che neanche la meritasse una ragazza come lei. Si cagava sotto. Più di stare alla finestra a controllare che non andasse troppo oltre non riusciva. Poi Baruk le dette due schiaffi, la fece inginocchiare e tirò fuori una mazza fuori dalla norma. Già pronta. Scostando di più la tenda, c'era Alessia che, in ginocchio, apriva la bocca e Baruk glielo infilava dentro. Lei lo prendeva. Il suo cazzetto bianco ebbe un sussulto e non capì perché. Da dietro quel vetro sembrava quasi che lo facesse volentieri, lei. Alessia aveva la bocca spalancata e quel pezzo nero gonfio spariva dentro…senza che Baruk la costringesse. Se Francesco non avesse assistito alla scena precedente, se non avesse visto il coltello o gli schiaffi, a vederli così, sembrerebbero una puttana col suo ...
    ... cliente. E non capiva perché il suo cazzetto diventasse sempre più duro. Sicuramente lo fa per paura, certo. Lo asseconda per non rischiare la vita. La mia fidanzata sta cercando di soddisfare oralmente quel negro solo per aver salva la vita. È ovvio.
    
    Quando Baruk l'aveva schiaffeggiata e spinta a terra di fronte a lui il primo pensiero di Alessia fu: adesso scoprirò cosa c'è lì in mezzo. Proprio dove le cadeva sempre l’occhio. Mai visto un coso del genere. Lo succhiò, sporcandolo tutto di rossetto.
    
    Baruk la fece sollevare, le abbassò i leggins fino alle ginocchia, le strappo le mutandine e le tirò a terra. Prese Alessia per la sua lunga coda di capelli, la costrinse a girarsi e a piegare la schiena. Sputò sul suo cazzo e infilò tre dita nella vagina di Alessia. Le ginocchia di lei sbattevano. Le gambe erano molli. Il suo volto era terreo, la mascella indolenzita dal pompino, le braccia tese dietro la schiena tenute salde dalle mani di Baruk. Il culo al vento e la fregna fradicia. Le dita che infilò Baruk entrarono nelle sue membra con facilità e più le muoveva dentro di lei più si sentiva di svenire. Il cuore le rimbombava nel petto. I capezzoli si inturgidivano sempre di più mentre si mordeva le labbra curiosa di capire cosa avrebbe sentito nel momento in cui sarebbe entrato. Aveva cercato di sbavarlo il più possibile mentre lo teneva in bocca. Persino provato a farlo venire. Impossibile. Fu lì che sentì inumidirsi tra le cosce. Mentre il palo nero entrava e usciva dalla sua ...
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