Gita scolastica 1
Data: 30/07/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: michiamanotu
... ancora appiccicate al viso. Pensai che non mi importava. Pensai che quel desiderio era troppo forte, troppo violento. Pensai che volevo che lui mi trovasse lì. Che mi sarei fatto trovare lì, chi se ne importava di cosa sarebbe successo. Mi avrebbe rimproverato? Forse. Lo avrebbe detto a qualcuno? No, non pensavo potesse mai farlo. Per quanto poco ci avessi parlato dentro di me sapevo che di quell’uomo mi potevo fidare. Non gli avrei detto mai a parole cosa sentivo per lui, quindi la mia unica chance era impedirmi di uscire da quel letto e far si che lui mi scoprisse.
Passò almeno un’ora. Il cuore mi batteva sempre più forte e la paura aumentava, ma non avevo intenzione di spostarmi da lì. Il mio cazzo era ancora duro, mi faceva quasi male. Finalmente la porta si aprì. Pensai di morire. Lui si avvicinò e vide tutto, non disse niente. Mi spinsi su e mi sedetti sul letto, guardandolo. Lui mi guardava di rimando. Scuoteva la testa. Il mio sguardo diventava sempre più implorante, ma lui continuava ancora a scuoterla.
“Lo capisci che non posso?” Mi disse con voce sommessa.
Allora era vero. Mi voleva. Una parte di lui mi voleva. L’erezione diventò ancor più poderosa.
“Perché allora si è offerto di stare con me in camera?” Chiesi.
Lo avevo messo in difficoltà.
“Perché una parte di me vuole cedere”, ammise.
“Prof, la prego… ceda”, dissi scostando le lenzuola e scoprendo del tutto il mio corpo, erezione compresa. La sua camicia stropicciata giaceva su una delle mie ...
... gambe, le sue mutande fra le mie mani tremanti.
“Che hai fatto?” Chiese.
Non risposi. Lui si avvicinò, si sedette accanto a me, mi mise una mano sotto il mento e spinse il mio volto contro il suo. Ci baciammo a lungo, prima dolcemente, poi sempre più volgarmente, avvinghiando le nostre lingue ancora e ancora. Mi prese in braccio sollevandomi per le gambe, le nostre bocche ancora incollate. le mie braccia attorno al suo collo. Mi depositò sull'altro letto. Ero seduto all’altezza della sua patta.
“Sbottona”, ordinò.
Iniziai a farlo e mentre armeggiavo con la cintura lui si tolse la camicia. Vidi il suo busto villoso e possente dal basso. Combaciava con quello che avevo visto tempo prima in foto e da quel momento non ci furono più dubbi. Sapeva tutto. Sapeva persino che quella era la mia prima volta in assoluto.
Tirai finalmente fuori il suo cazzo già barzotto. Era grosso e venoso, pieno di peli sul pube. Iniziai a succhiarlo. Mi alternavo fra l’asta e le palle, senza dargli respiro. Ero affamato di quella verga, l’avevo voluta per troppo tempo per non godermela a pieno. Il prof sembrava apprezzare molto e mi incitava a proseguire.
Improvvisamente lo tirò fuori e mi fissò.
“A terra” disse.
Obbedii e mi misi ai suoi piedi, a quattro zampe. Mi poggiò un piede sulla faccia e fui costretto a leccare. Poi lo portò a terra. Mi abbassai con lui e continuai il lavoro. Ogni tanto lo guardavo in viso per trovare il suo sguardo compiaciuto, che mi riempiva di gioia ...