1. L'AFFARE


    Data: 03/08/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: silverdawn

    ... più bello di tutti i suoi sorrisi. Se ne accorse anche lui, il suo capo... guardandola lì, stesa sui cuscini, nuda e felice, ebbe come un moto di stizza. Ma che voleva? Che cosa c'entrava? Poteva esser geloso? No, no di certo... poteva solo star lì a guardarla oppure andar via! Via, lontano, in bagno, in una delle camere appartate al piano di sopra, ci saranno pur camere, anche qui? Via, via lontano per non vedere, non sapere, non capire... no, non voleva andar via, voleva vedere, capire e sapere e anche di più, probabilmente! Allora stette lì, osservò la sua segretaria che si lasciava amare dolcemente sotto quelli che gli parvero mille, diecimila, centomila occhi diversi dai suoi... e la vide, la vide che non aveva pudori, che si dava con grande libertà, che si lasciava trascinare via con tutta la sua carica di ingenua sensualità. L'aveva sempre desiderata, da prima che andasse a lavorar per lui ma da quando era lì con lui otto ore al giorno, la voleva ogni volta che la guardava, tutte le volte che i suoi occhi si riempivano di quel sorriso, di quella brillante, indecente innocenza. Che cosa mai sarebbe successo dopo? Poteva dimenticare tutto quel che aveva visto? Poteva mettersi il cuore in pace e lasciarla andare a far l'amore solo col fidanzato? Quante cose si sarebbe chiesto, queste e molte altre. Quella sera e per mesi interi ma... ma adesso c'era da vedere, vedere soltanto. Vedere quel corpo stupendo, nudo, offerto e consumato, lì a tre metri da lui, senza nessuna ...
    ... ombra a velare quel solito sorriso. Decise che quello, quello soltanto valeva... valeva solo quel poterla vedere. Valeva tutto, valeva di più, valeva oltre, oltre ogni contratto. Dentro di sé ringraziò quei tre tizi di cui non sapeva quasi pronunciare il nome, li ringraziò e li benedisse, loro, i loro affari, i loro soldi e i loro gusti che, quasi, l'avevano un po' schifato, nel pomeriggio. La sentiva cantare di gioia, vera, profonda mentre il ballerino la baciava e la leccava. Lei si torceva, ansava e gorgogliava come una fonte d'acqua fresca e buona e lui beveva, beveva tanto di gusto che anche a Matteo pareva di poter bere di quello stesso nettare, subito, in contemporanea. Accolse il suo stravolgersi come e meglio dei suoi stessi orgasmi, come liberazione, come esaltazione, come un miracolo. Non era perfettamente a tempo con la musica ma sicuramente aveva superato tutte le altre ragazze che si erano prestate a quel gioco, partendo dai tavoli dove lasciavano l'amante, il marito o il fidanzato. Ma non bastava... ella stessa, come aveva visto fare, chiedeva di andare oltre, di poter bere lei pure, di sentire, di fare. Non cercò di imitare, non volle le stesse figure armoniche e danzanti, seguiva la musica ma non solo quella... si vedeva, si sentiva che seguiva più il suo istinto e le sue bramosie. Era presa da ciò che faceva e anche da ciò che faceva vedere... si capiva lontano un miglio che, ormai, il fatto di avere un pubblico tutto per lei, tutti presi dal suo lavoro, era ...
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