1. A volte succede


    Data: 21/08/2018, Categorie: Etero Autore: aspassoconme, Fonte: Annunci69

    ... della paga Riccardo le chiese di seguirla nella sua stanza, seduto sulla sedia della sua scrivania, fece scivolare verso Francesca una busta, la ragazza non la aprì e la mise sulla tasca posteriore dei jeans.
    
    Ad ora di pranzo uscirono tutti e tre dall’ ufficio e quando La Nostra aprì la busta rimase senza fiato, 1.500 euro, la somma pattuita era di 300 euro , a 19 anni non aveva mai visto una somma del genere, doveva esserci un errore.
    
    Nel pomeriggio si rivolse a Caterina, dicendole che probabilmente Riccardo avesse sbagliato destinatario, la donna le suggerì di parlare direttamente con lui, e cosi fece.
    
    Naturalmente Francesca si rivolgeva all’ uomo dandogli del lei ma altro fatto inaspettato, quel pomeriggio appena la ragazza disse “volevo dirle che…”, lui la corresse, da oggi dimmi “Riccardo,volevo dirti che. Cosa volevi dirmi?” . Francesca arrossì ma la sua pelle olivastra camuffò almeno in parte il rossore . “Beh volevo dirle, dirti che forse ha, hai, sbagliato a farmi l assegno”. Glielo consegnò ma incredibilmente l’ uomo verificando, commentò che non vi fosse errore. La ragazza quasi rimbrottandolo, “sono troppi” , lui per la prima volta sorrise, di un sorriso affabile, cosi stonato dall’ uomo che aveva conosciuto.
    
    “Se proprio vuoi sdebitarti vieni per tre giorni senza mutande, mi basta sapere che non ce le hai, non ti chiederò altro”.
    
    Questa volta una vampata ricoprì il viso di Francesca che uscì senza dire una parola dall’ ufficio. Il pomeriggio si ...
    ... concluse senza che mai gli sguardi di entrambe si incontrassero.
    
    Facendo la strada di casa, Francesca era veramente arrabbiata “ma come si permette questo, ma per chi mi ha preso”, era tentata di raccontarlo in famiglia, poi pensò a suo fratello che dava un pugnò all’ uomo, la caduta per terra. Non disse nulla, la notte continuò a pensare a quelle parole, nel frattempo si accorse che aveva le cosce sudate, no, erano umide, si vergognò di se stessa e si girò dall’ altra parte del letto per dormire.
    
    Quella mattina di maggio Francesca indossava una magliettina verde, con una gonna lunga di cotone giallo. Pensò diversi minuti se ignorare la richiesta o acconsentire. In ufficio, le donne svolsero la solita routine, l’ uomo entrò per qualche minuto e poi uscì. Quando alle 11:00 squillò il telefono e Caterina disse: “si te la passo”.
    
    “Pronto?” disse la Nostra
    
    “Buongiorno mia cara, le hai messe” e seguì una risata rarefatta.
    
    “Cosa? Si, cioè volevo dire no”
    
    “No?” ripete come se meravigliato Riccardo
    
    “No” disse seccamente Francesca
    
    “Vai nella mia stanza, apri le tende del balcone, sul mobile dirimpetto c’è una macchina posizionata in modalità autoscatto, vorrei che allargassi a ventaglio la gonna e ti facessi una foto davanti e una dietro. Questo è tutto . Ciao monella.”
    
    Stupefatta Francesca riagganciò la cornetta. La cosa strana, è che questa volta la cosa non la disturbasse affatto.
    
    Di pomeriggio al suo arrivo, lo trovò nella sua stanza, con la macchina ...
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