La capa
Data: 22/09/2017,
Categorie:
Etero
Autore: manuelrizzoli, Fonte: EroticiRacconti
... fuori e te lo succhio tutto?" Tra lo stupito per quella reazione finalmente attiva, e l’eccitato per lo stesso motivo risposi: - "Bè, tu sei la capa!" - "Ah sì, è vero, allora stasera te lo faccio solo immaginare come te lo prenderei tutto in bocca ma domani me lo dai, e non solo in bocca!" Poi si slacciò i pantaloni, si alzò, mi prese una mano e se la mise dentro alle mutandine, mi si affiancò all'orecchio e mi sussurrò: - "Senti come sono bagnata? Sono 2 anni che aspetto questo momento, è dal primo giorno che ti ho visto che voglio che mi scopi e mi fai tua" poi mi tirò fuori la mano, mi mise il dito in bocca e disse: - "Assaggia e dimmi se ti piace il mio sapore" - “Cazzo Elena, da morire”, risposi. - “Bene!”, disse lei “domani lo sentirai direttamente da qui” indicandosi il basso ventre. “Ora vado in palestra, tu pensami tanto stasera, anche io lo farò!” Mi infilò nuovamente la lingua in bocca per un ultimo bacio molto sensuale e risalì in macchina. Potete solo immaginare con quale spirito tornai al lavoro il giorno successivo. Non andai volutamente in sede per tutta la mattina limitandomi a sentire Elena via sms solo per questioni di lavoro. Arrivò l’ora di pranzo e ci ritrovammo in mensa. Lei era bellissima: capelli sciolti, trucco perfetto, non troppo marcato, come piace a me, camicetta bianca e pantaloni neri aderenti, sandalini neri con un tacco 12 che solo a vederli mi andava in pappa il cervello. Ci salutammo con forse un filo di imbarazzo più da parte sua che da ...
... parte mia. Io ero eccitato alla follia soprattutto perché non sapevo esattamente cosa mi aspettava. Finito di mangiare andammo, come al solito, alla macchinetta del caffè, lei precedette tutti e infatti la vidi sparire per prima dalla mensa. Mi avviai anche io poco dopo. Mentre fumavo la sigaretta del dopo caffè sentii vibrare il cellulare: “sono nel mio ufficio” mi scrisse Elena. Non capivo onestamente cosa avesse in mente. La finestra del suo ufficio, al piano terra, dava sul parcheggio e lì davanti c’era sempre un notevole viavai soprattutto dopo pranzo. Non ci pensai comunque un attimo e ci andai quasi correndo, mancavano 20 minuti alla ripresa del lavoro. Entrai nell’ufficio di Laura che era vuoto e mi diressi verso il corridoietto che portava a quello di Elena. Non feci in tempo a varcare la porta e la vidi che mi aspettava sulla porta del bagno. In un secondo eravamo dentro, chiudemmo a chiave. - “Finalmente!” disse lei. Ci cominciammo a baciare, lei si sbottonò la camicetta e mi direzionò la testa verso il suo seno, non prorompente ma sodo, due belle tettine tonde e piacevolissime al tatto. Scostai il reggiseno e le presi in bocca i capezzoli, leccandoli e succhiandoli. Il suo respiro era diventato affannoso, era eccitatissima. Le slacciai i pantaloni e glieli calai a metà coscia per vederle le mutandine. Un perizoma di pizzo nero abbinato al reggiseno in un completo che avrebbe eccitato anche un morto. Infilai la mano e sentii la sua figa fradicia, totalmente depilata ...