Come da Copione
Data: 17/09/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Vanj B.
... fatto senza dire nulla. Visto che non era così terribile?, le ho detto. Insomma!, m’ha risposto con un’espressione ancora un po’ schifata, ma poi s’è abituata. Abbiamo anche tentato di farci dare una delle sue lezioni rimanendo nuda. No ragazzi, ci disse, lasciamo fuori la scuola e il lavoro da questo, sono cose serie e comunque non imparereste nulla. E aveva ragione, perché dopo la nostra insistenza, abbiamo provato una volta con i risultati che potete immaginare, dopo due minuti non ricordavamo neanche una parola di quel che diceva. E il primo rapporto anale che abbiamo avuto?, quello si che è stato un gran giorno. Non quelli precedenti, che ci avevamo provato con scarsi, anzi scarsissimi risultati. Lei non voleva, “forse”, perché diceva: no ragazzi, no vi prego non fatelo, però si teneva le natiche aperte mentre, in ginocchio con la testa appoggiata sul tappeto e il culo sollevato, noi iniziavamo ad infilarle le dita per tentare di allargare il buco. Dopo aver sudato l’ottava camicia, anche se non l’avevamo addosso, abbiamo rinunciato con grande incazzatura e grande figura da imbranati. Mai come la mia grande vergogna che, il giorno dopo, sono andato in farmacia a comprare la Vasellina dicendo che era per mia nonna, che aveva mal di schiena. Dovevate vedere la farmacista, “femmina”, come mi guardava. Con quella, comunque, fu tutto un’altra storia, ricordo l’urletto anomalo che fece quando finalmente, ebbe tutto il cazzo infilato nel culo, che, ancora oggi, non so se era ...
... dolore o piacere. E fu da quella sera che cominciai a pensare seriamente che la nostra Prof. fosse anche una gran Troia, con la conseguente di eccitarmi ancora di più. Per fortuna che a voi non raccontavamo i particolari. Le cose comunque, si stavano sviluppando a vostro favore grazie soprattutto alla famosa “Festa dello studente”. Tutti gli anni, il Pub organizza una festa per docenti e studenti. Oltre che mangiare ballare e divertirsi, ha lo scopo di far socializzare tra loro i maestri e gli allievi tentando di unire la sapienza all’ignoranza. Quel giorno, era molto grigio e piovoso e, noi eravamo tutti seduti al nostro solito tavolo quando lei è entrata nel locale, e credo che ci abbia subito individuato, però s’è diretta verso un gruppetto di altri docenti con i quali s’è intrattenuta a parlare. Era vestita come il solito, molto sobria con la sua solita serietà nonostante il chiasso allegro che c’era. Poi s’è diretta verso altri studenti del nostro corso e, dopo quasi mezz’ora dal suo ingresso è arrivata al nostro tavolo. Ah..!! voi siete qui, che ci fate soli mentre gli altri ballano e si divertono, dove sono le vostre ragazze?. La stavamo aspettando, le rispondo, perché non si siede qui con noi, abbiamo alcune cose da chiederle. Ordiniamo da bere e qualche stuzzichino ed iniziamo a parlare di problemi della scuola di politica di fatti di cronaca e d’altro. Eravamo tesi e un po’ eccitati, facevamo battute comiche anche ridicole per farle capire l’affiatamento del gruppo. ...