Viaggio di lavoro con sorpresa (prima parte)
Data: 13/12/2018,
Categorie:
Etero
Autore: coppia6164
... mi stava trasmettendo, ma forse era meglio così.
Lei chiuse gli occhi e si fermò di colpo. Stava immobile, con tutto il cazzo duro dentro di se che pulsava di piacere. Rimase eretta su di me per qualche secondo poi cominciò a dimenarsi ed a gemere, prima piano poi sempre più violentemente.
Sentii le natiche di lei che si contraevano mentre rantolava nell'orgasmo, il corpo che sussultava in modo sempre più violento.
Picchiò violentemente con le mani sul mio petto, mordendo un lembo di lenzuolo bagnato per non urlare; sentiva distintamente pulsare il suo culo che circondava il suo membro in una presa senza scampo.
Volevo venirle dentro anche io, ma ero ancora lontano dal piacere. Piacere al quale i miei occhi non si sottraevano, incapaci di scollarsi di dosso lo spettacolo di una donna che gode del suo corpo e del suo sesso. E del suo uomo.
Già, ma che ruolo avevo in questo gioco?
Mi trovavo nel ruolo insolito (ma tutto sommato piacevole) di oggetto alla sua mercè, incapace di divincolarsi e vittima delle sue perversioni.
Cosa si sarebbero detti dopo? Di cosa avrebbero parlato?
Di nuovo lei si lasciò andare su di lui, gemendo ancora ed ansimando. Lo abbracciò teneramente,
quasi cercasse in lui un'ancora, una salvezza da qualcosa che la consumava dentro.
Sembrava stessa provando una passione disperata, estrema. Quasi volesse consumare tutte le sue voglie nascoste, represse e intime con me, perfetto sconosciuto.
Passarono qualche minuto così, ...
... insieme, incapaci di parlare.
La mia erezione iniziava a scemare, mentre lei, esausta quasi strisciando, raggiunse il telefono.
Compose un numero breve, forse una camera dello stesso hotel, e disse qualcosa che non riuscii .
Quindi riattaccò. “Chi hai chiamato?” le chiesi
“Sono stanca, vado a fare una doccia” mi rispose con distacco.
Ecco, non capivo questa doppia personalità. Prima era una belva assatanata di sesso, pronta a dominarmi ed a disporre del mio corpo a suo piacimento Poi diventava sottomessa, dolce e tenera.
E infine, quasi disinteressata. Cosa aveva questa donna? Questi pensieri consumarono la sua doccia. Uscì di nuovo in accappatoio mentre lui giaceva a disagio nelle lenzuola bagnate di spumante.
Si sedette su una sedia e lo guardò dolcemente, con affetto.
“Cosa vuoi da me?” le chiesi
“Ti è piaciuto?” rispose lei come se non avesse sentito la domanda.
“Ti ho fatto una domanda” replicai
“Anche io...” continuò lei.
“Toglimi queste cazzo di manette prima che...”
“Prima che?” disse lei tagliente, alzandosi. “Prima che cosa?”
“Prima che io mi metta a urlare e a chiamare qualcuno. Vedrai che strillerò così forte da svegliare tutto l'hotel!”
“Vediamo” disse lei incuriosita. “Dai, prova. Urla.”
La guardai sbigottito: mi faceva di nuovo paura.
“Dai, stronzo, urla. URLA!” tuonò di nuovo
Cercando di assecondarla con un tono più mite “Dai, per favore, lasciami andare”.
“TI HO DETTO DI URLARE!!!” fece lei colpendomi ...