1. Preda


    Data: 31/12/2018, Categorie: Etero Altro, Autore: Ashara

    ... avrebbe pensato lui.In fondo, ora conosceva il suo punto debole.***Norzia osservava la pista affollata di caldi corpi umani stretti in quello che per lei era un rituale assurdo e incomprensibile.Ma erano umani, cioè cibo, non le interessava di capire il loro modo di comportarsi.Il suo sguardo scandagliava la massa informe di braccia e gambe, alla ricerca del suo pasto. Si fermò su un uomo molto alto, un po’ meno robusto di come li preferiva, ma la fissava da un po’ con aria interessata, e lei aveva fame. Inoltre quella scocciatura che gli umani chiamavano polizia aveva iniziato a collegare la sua immagine ai resti dei suoi pasti…le toccava sbrigarsi. E poi avrebbe dovuto cominciare a nascondere meglio gli scarti. E a pensare ad un trasferimento a breve. Peccato...le piaceva questo posto piovoso.Si alzò col bicchiere in mano e si avviò alla volta dell’uomo. Camminava in modo fluido, sembrava quasi che scivolasse lungo il pavimento anziché posare un passo dopo l’altro. Il suo bacino ondeggiava sensuale, accompagnato dalle lievi oscillazioni dei seni sotto la maglietta stretta e scollata.Con un sorriso sfacciato, agitando il bicchiere che ormai conteneva quasi solo ghiaccio, gli chiese: “Mi offri da bere?”.Lui spalancò gli occhi, forse sorpreso, ma poi sorrise soddisfatto: pensava di aver preso all’amo la preda senza nemmeno fare fatica. Se avesse saputo che era l’esatto contrario!La ragazza, la succube, sorrideva compiaciuta: pensava di aver preso all’amo la preda senza ...
    ... nemmeno fare fatica. Se avesse saputo che era l’esatto contrario!Non era stato facilissimo trovarla, ma nemmeno difficile. Cercava le sue vittime in locali di un certo tipo: di bassa lega, poco illuminati, piuttosto affollati.Li aveva battuti tutti tutte le sere per un paio di settimane, scrutando la folla per individuare il taglio di capelli corto e sbarazzino, il nasino all’insù, i vestiti succinti.E adesso finalmente l’aveva trovata. Non solo, lei stessa si era avvicinata a lui, senza il minimo sforzo da parte sua se non il fissarla.Parlarono per un po’, cercando di sovrastare il frastuono. Parlarono di tutto e di niente, argomenti generici che uscivano dalla mente subito dopo averli pronunciati. Volta la esaminava sfacciatamente, apparentemente per soppesare le sue bellezze, in realtà per individuare i punti più vulnerabili.Il momento in cui lei gli propose di uscire a prendere una boccata d’aria sembrò un sollievo. La tensione che gli attanagliava lo stomaco in un nodo indissolubile si sciolse. Ormai il dado era tratto, e ne sarebbe uscito vincitore, o non ne sarebbe uscito affatto.Ma c'era dell'altro. Un odore sottile e invitante, quello della pelle di lei, si era fatto strada fino alle sue narici e ora il suo corpo fremeva di desiderio.Soli, nel vicolo, il profumo del mostro lo assalì come un pugno. Buono, era dannatamente buono. Fresco e caldo allo stesso tempo, sensuale come niente che avesse mai annusato prima. Il suo pene diede l'ennesimo strappo, e raggiunse la completa ...
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