Il numero dodici
Data: 03/02/2019,
Categorie:
Etero
Autore: brendon_7
... privacy del caso.
Quasi subito mi appoggia una mano sulla gamba, e senza indugio si sposta sul pacco, mi stringe l’asta turgida e inizia a giocarci facendomi eccitare ancora di più. Ci scambiamo i favori e i piaceri, anche se guido con l’ansia immensa di giungere a destinazione, non disdegno di allungare una mano verso le sue cosce, e poi anch’io verso il fulcro del suo piacere. Le strofino l’inguine da sopra i jeans, lei divarica un po’ le cosce dimostrando di apprezzare e si distende verso di me per rendermi più agevole il compito durante la guida. Quando non ci tocchiamo premo di più sull’acceleratore, per arrivare presto. Salendo piove di meno.
Dove ci appartiamo ha già smesso di piovere e il terreno caldo si sta già asciugando. Finalmente possiamo riprendere a baciarci, e stavolta anche a spogliarci: per me subito via la maglietta e poi le scarpe, lei non mi mostra subito i seni, e dopo essersi facilmente liberata dei sandali si contorce sul sedile per togliere i jeans fradici. La mia auto è piccola, e il compito non è agevole. Ci trasferiamo sul sedile posteriore, spingo i sedili in avanti il più possibile per stare larghi. Resto in short, e la sua mano torna sull’asta e la stringe di gusto. Mi sale sopra, preme e strofina il suo perizoma e i seni contro di me. Si sfila in un attimo la maglia, i suoi seni meravigliosi sono ora finalmente liberi. Mi libera completamente il manico, si scosta di lato il perizoma in uno stato di ipnosi, gli occhi semichiusi e ...
... l’espressione di piacere dipinta sul volto, indirizza il mio pene verso il suo corpo, ci monta sopra e si penetra fino in fondo col mio eccitatissimo cazzo, accompagnando il gesto con un gemito lungo ed intenso, finendo con l’abbandonarsi su di me, la testa e la chioma di capelli ricci sulla mia spalla, i grandi seni dai capezzoli in tiro contro il mio torace, le gambe aperte a cavalcioni su di me, con la passerina piena del mio membro. Le gonfio il cazzo e la cappella nel suo corpo, sussulta di nuovo, geme di nuovo e si stringe intorno all’asta, le stringo i fianchi, mi muovo e la muovo per scorrere nel suo corpo bagnatissimo, lei contrae e rilascia i muscoli abbracciandomi e liberandomi dentro sé stessa. E’ eccitazione pura. Decide di riprendere le redini del gioco e inizia a cavalcare; l’intensità della cavalcata cresce al pari dell’intensità dei gemiti. Decide lei i ritmi del gioco e l’entità della penetrazione, nonostante la voglia di muovermi e scoparla la lascio fare, le lascio decidere se lasciarsi cadere con foga e farsi penetrare del tutto, o passare a ritmi veloci tutta impegnata a procurarsi piacere con la cappella. È così che viene, intenta a farsi entrare solo i primi centimetri del cazzo, il respiro si fa più affannoso, scuote i capelli, scuote la testa, mi stringe le spalle e graffia la pelle; sento i suoi muscoli presi sempre più da scariche elettriche finchè si bagna ancora di più e grida di piacere col fiato strozzato. Diventa una pantera nell’orgasmo, ed anch’io ...