1. Riconoscersi nel mondo reale.


    Data: 11/02/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Zindo

    ... poi, quando invece le ho chiesto di immaginare di farti un pompino e lei lo ha fatto a me, pensando a te....si, si abbiamo fatto anche questo...beh...avrei voluto che davvero tu fossi stato al posto mio a farti leccare le palle, succhiare il cazzo..."
    
    "Magari! Piacerebbe anche a me"
    
    "Si ma mentre vedevo te al posto mio, vedevo anche me al posto di Elena. Avevo voglia io di pompinarti a regola d'arte...e ne ho voglia ancora... ne ho voglia anche adesso"
    
    A questo punto Stefano, liberatosi di ciò che lo aveva assillato si era sentito più libero, ma era arrivato il turno di entrare in agitazione per il sinora disinvolto Andrea.
    
    Sarebbe bastato un cenno semplice, come quando poco prima aveva spostato la mano dalla patta, per far capire la sua indisponibilità, ma quel gesto Andrea non lo fece. Si era limitato a guardare stupito Stefano, senza dire parola. Tacendo anche quando Stefano aveva riportato di nuovo la mano sul suo inguine e dicendo: “Si è rilassato ora, prima era durissimo” e aveva cominciato a palpeggiare.
    
    Era stata molto tardiva la reazione di Andrea nel chiedere. “Ti rendi conto che siamo in pieno centro? Togli ...
    ... quella mano che ci possono vedere”
    
    Non immediatamente ma con calma e con un sorriso malizioso sulla bocca, Stefano aveva tolto la mano e con calma riavviato il motore per rimettersi in marcia.
    
    “Riportami al parcheggio che è meglio” aveva detto Andrea quasi con tono da risentito.
    
    “Come vuoi tu. Non obbligo nessuno, anche se...visto che ormai mi sono sputtanato dicendoti tutto, non mi dispiacerebbe affatto provare anche a togliermelo questo sfizio.., ma se a te non va ...pazienza!”
    
    Con aria di sfida Andrea aveva chiesto “In macchina? In mezzo alla strada?”
    
    La risposta era sta immediata “Se mi proponi di venire a casa tua non ti dirò di no, stanne certo”
    
    Ad Andrea non sfiorava neppure l'idea di assecondarlo, per questo era rimasto in silenzio fino all'arrivo nel parcheggio dove aveva lasciato la sua vettura.
    
    Prima che lui scendesse, Stefano aveva detto semplicemente “Peccato”
    
    "Magari sarà per un altra volta"
    
    "Ci posso sperare?"
    
    "Non lo so. Mi hai preso alla sprovvista. Ci devo pensare"
    
    "Quindi non è un rifiuto definitivo"
    
    "Ciao... tanto avremo modo di rivederci e caso mai se ne riparlerà"
    
    "Ciao"
    
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