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Violentata in caserma
Data: 22/02/2019, Categorie: Trans Autore: claudia_cross
... mi convinsi che la soluzione migliore sarebbe stata quella di telefonare direttamente: in fondo la persona all'altro capo avrebbe sempre potuto dire che si era trattato di qualcuno che aveva sbagliato numero. Titubante e timorosa composi il numero che la mia segreteria aveva registrato. Una voce... quella voce, mi rispose con la consueta calma e decisione: “Ciao”. Era evidente che aveva riconosciuto il numero, con voce tremula risposi “Ciao, sono Claudia”. “Lo so, per le 24 devi essere qui” “Va bene”. Chiusi il telefono e mi accorsi che stavo tremando: credevo fosse dovuto ad un misto di timore ed eccitazione. Poi capii che la voce di quell'uomo aveva il potere di farmi eccitare: era la sua voce, ed era il modo in cui parlava. Erano decisamente il suono, il tono ed il modo di un uomo che aveva tutto sotto controllo e sapeva farlo molto bene. Quei venti secondi di conversazione diedero decisamente carica alle mie energie ed al mio entusiasmo: ripresi a truccarmi con infinita cura in più, definendo ogni più piccolo dettaglio: la sfumatura di ogni colore, lo spessore della matita, la texture del fondotinta e delle terre, gli abbinamenti degli smalti, l'intensità del blush, il colore del rossetto. Non potevo limitarmi ad essere perfetta: dovevo essere supertop, dovevo eccitare ogni uomo che mi avesse vista ed in particolare l'uomo che stavo per raggiungere e per il quale mi stavo preparando. Volevo che sbavasse per me. Verso le 23 ero pronta: ...
... trucco e parrucco erano completi ed erano assolutamente perfetti, l'intimo era da sballo, la gonna nera che avevo scelto era talmente corta da essere al limite della pubblica decenza, la camicetta bianca a fiorellini era molto sbarazzina, i sandali tacco 12 con brillantini erano davvero supersexy e mostravano i miei piedini smaltati e arricchiti da cavigliere con diamantini. Ero certa di fare colpo, qualunque uomo si sarebbe eccitato guardandomi. Ne ebbi la conferma quando uscii di casa per raggiungere la mia auto: sculettando lungo la strada, incrociai due uomini sulla trentina che mi squadrarono da capo a piedi, perdendo totalmente il controllo delle loro azioni. Mentre proseguivo indifferente a loro, non potei non notare sui loro volti il classico sguardo allupato, con gli occhi sgranati e la bocche aperte che quasi sbavavano. Vidi addirittura che sbandavano uno sull'altro mentre continuavano a tenere gli occhi puntati sulle mie gambe... e quando li superai li sentii fare dei commenti molto espliciti tra loro: “che pezzo di fi***...” Raggiunsi l'auto con l'autostima a mille e guidai per la città pensando, sperando di fare la stessa impressione all'uomo dal quale stavo andando. Quando mancavano quindici minuti all'appuntamento, imboccai la strada che conduceva alla mia destinazione: al termine della strada vedevo il cancello d'ingresso della caserma. Sapevo di essere in anticipo e percorsi lentamente quella strada, guardando quel cancello ed immaginando che ...