1. Violentata in caserma


    Data: 22/02/2019, Categorie: Trans Autore: claudia_cross, Fonte: Annunci69

    ... dietro si celasse una specie di paese dei balocchi in salsa erotica.
    
    Mano a mano che mi avvicinavo sentivo il cuore battere sempre più forte.
    
    Dopo pochi istanti mi ritrovai davanti al cancello, masticando eccitazione e paura guardai l'orologio e vidi che erano le 11,50: ero proprio in anticipo, così decisi di fare un giro dell'isolato per far trascorrere del tempo e... darmi la possibilità di scappare.
    
    Così svoltai a destra e mi allontanai dal luogo in cui immaginavo un uomo tenebroso e autoritario che nella penombra mi stesse aspettando con chissà quali intenzioni.
    
    Più mi allontanavo e più sentivo leggero il mio cuore: ero libera di andarmene, di fare qualsiasi cosa, di tornare al sicuro a casa.
    
    Ma se lo avessi fatto non avrei mai saputo chi ci fosse dietro quel cancello e soprattutto cosa mi era stato riservato.
    
    Svoltai nuovamente a destra, percorsi la strada, poi girai altre due volte a destra, ritrovandomi di nuovo sulla strada che conduceva all'ingresso della caserma: mancavano due minuti a mezzanotte.
    
    Percorsi tutta la strada e mi ritrovai di nuovo davanti al massiccio e minaccioso cancello che mi aspettava.
    
    In giro intorno a me non c'era nessuno, le strade erano deserte.
    
    Con il cuore in gola scesi dall'auto, mentre mi avvicinavo al citofono sentivo il rumore dei miei tacchi risuonare nel silenzio della città.
    
    Suonai, attesi cinque, dieci, quindici secondi che sembravano non passare mai, poi udii una voce metallica: “Pronuncia il tuo ...
    ... nome”.
    
    Risposi con un filo di voce tremante “Claudia”.
    
    La voce metallica risuonò perentoria: “Ciao puttanella, entra e parcheggia l'auto subito dopo il cancello”.
    
    Risalii in auto, l'enorme cancello iniziò a scorrere, quando fu completamente aperto ingranai la marcia ed entrai lentamente.
    
    Come mi era stato detto di fare, parcheggiai l'auto pochi metri oltre il cancello, che sentii richiudersi pesantemente dietro di me.
    
    Il rumore del cancello che si richiudeva sanciva per me la fine di ogni possibilità di scappare da lì.
    
    Spensi il motore e scesi dalla macchina, dandomi una sistemata ai capelli, alla camicetta ed alla gonna che si era sollevata.
    
    Mi trovavo all'interno di un cortile sul quale si affacciavano diversi edifici bassi: non avrei saputo distinguerli, ma pensai che potevano essere le varie camerate destinate ai militari, gli uffici amministrativi e vari depositi. Dal portoncino di un piccolo edificio posto accanto al cancello uscì un massiccio militare in mimetica, che venne verso di me con un'andatura lenta ma molto sicura.
    
    Io mi avvicinai a mia volta verso di lui, sculettando sui miei tacchi a spillo.
    
    Quando fummo ad un passo l'uno dall'altra ci fermammo, io lo guardai negli occhi e vidi che era proprio Mario B., l'uomo che avevo incontrato un mese prima.
    
    Feci un altro passo verso di lui, adesso il suo corpo sfiorava il mio e nonostante i miei tacchi, lui era più alto di me, così che io dovetti alzare lo sguardo per guardarlo negli ...
«12...678...13»