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Ho dato il culo ad uno sconosciuto...
Data: 04/03/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: RedTales
... asciugai di tutto quel liquido e mi sedetti. Lui si alzò e mi mise il cazzo davanti alla bocca dicendomi che dovevo assaggiare il gusto del sesso. Restai immobile ma lui si appoggiò sulle mie labbra. Diedi una piccola leccata ma lui insistette che dovevo mettermelo in bocca. E così feci. Appena lo appoggiai tra le labbra lui spinse per farlo entrare di più e spinse ancora. Adesso era per metà in bocca. Si mosse un po avanti e un poco indietro per poi sfilarsi e lasciarsi nuovamente ricadere seduto al mio fianco. In bocca avevo un sapore strano. Acido, un po' acre. Mi ricordava un po' il sapore dei pompelmi e del sudore. Strano. Avevo anche qualche pelo corto e riccio che cercai di togliermi un po' con le dita e un po' sputando. Non lo avevo mai sentito quel gusto. E non lo risentii più fino ad oggi pomeriggio. “Adesso dobbiamo dormire” mi disse infilandosi dentro il sacco a pelo. Non aggiunse altro. Io lo imitai. In testa mi luccicavano mille sensazioni, troppe. Mi addormentai subito. Mi risvegliai da un sogno che sparì istantaneamente in una piccola stanza tutta di legno, ben illuminata e con il cazzo durissimo ben stretto nella bocca di Giorgio. Come mi sentì muovere si staccò e mi salutò con un argentino “buongiorno”, per rituffarsi sul mio attrezzo. Allora era successo davvero, non era stato un sogno erotico. E... stava succedendo ancora. Non so da quanto mi stava succhiando ma quel piccolo vulcano era stato provocato già oltre il limite ed esplose nuovamente. ...
... Anche questa volta tutta l'eruzione finì in quella avida bocca che mi succhiò fino all'ultima goccia. Indugiando parecchio prima di lasciarmi andare. “E' bello cominciare una giornata così” mi disse alzandosi e lasciandosi guardare, fermo sopra di me, in tutta la sua nudità. In piena luce appariva ancora più peloso e più massiccio. Aveva due cosce grosse ed un po' di pancia. Anche le braccia erano grosse e muscolose. In quel preciso istante fui preso dall'impellente bisogno di pisciare. La vescica mi stava scoppiando. “Devo pisciare” gli gridai andando verso la porta. “Aspetta”. Mi prese per la mano e mi portò fuori. C'era un sole accecante e un freddo pungente. Si inginocchiò davanti a me e, aprendo la bocca mi gridò “dai, falla”. Per un istante la pipì non riuscì ad uscire ma poi esplose come da un idrante, bagnandolo in faccia, in bocca, sulla testa, sul petto. Dappertutto. Ne feci tantissima e lui apprezzo molto quella doccia dorata. Quando smisi si infilò ancora quel piccolo “passerotto” in bocca, succhiandolo delicatamente. Poi si alzò e giratosi cominciò a pisciare pure lui. Il suo pene era almeno lungo il doppio del mio... Rientrai e cominciai a rivestirmi. Lui fece altrettanto. Mangiammo qualche cosa e riordinammo il bivacco. Mi disse che, prima di metterci in cammino, dovevamo cercare un po' di legna per rimpiazzare quella usata. Così facemmo ma... con scarsi risultati. Ripresa la camminata nessuno dei due accennò a quanto successo. Camminavamo e basta. ...