Secrezioni: "Incontro Mirna"
Data: 10/05/2019,
Categorie:
Etero
Autore: renart
... quegl'occhi debbano schizzare fuori dalle orbite e cominciare a rotolare sul tappeto -, quindi riversa indietro il capo spalancando la bocca; la testa e il braccio destro di Veronica che cominciano a fare su e giù, su e giù... Stringo talmente forte il cellulare che le nocche sbiancano e sento crocchiare la plastica nella morsa delle dita. Mirna mi afferra il polso con la sinistra e con la destra mi strappa il telefono da mano. Non oppongo resistenza, mi basta quel che ho visto per essere sopraffatto dalla gastrite. “Non sono come te e non ti permetterò di violare in mia presenza il privato delle persone”, sentenzia la paladina dei diritti civili. “Li hai ripresi mentre scopavano, vacca perversa che non sei altro. Quante volte l'hai visto 'sto video? Quanti ditali ti sei sparata?”, la tampino sprezzante. “Vaffanculo, stronzo”. “Mi fai schifo”. “Anziché prendertela col resto del mondo, pensa al perché Veronica si comporta così. Credi che se fosse soddisfatta di te ti tradirebbe?”, dice con tono professorale afferrando finalmente un argomento spendibile. “Ecco che risali in cattedra”. “Lei vorrebbe una famiglia e la vuole con te. Tutto il resto sono diversivi che mette in moto per punire se stessa, più che altro, perché...” “Ahahahah", rido sarcastico a quest'ultima uscita-capolavoro, "Bel modo davvero di punirsi! Quanto al volere una famiglia, mi sembra che conduca la sua vita proprio in direzione di questo obiettivo”, rido ancora sguaiatamente. “Non le dai stabilità, lo ...
... capisci? Col lavoro, ad esempio”. “Viviamo brutti tempi”, dico ironico. “Posso farti parlare con un’amica, ci sarebbe la possibilità di...” “Non rompermi”, la interrompo, “paga e schiodiamo da qui”. Mirna lascia una lauta mancia nel piattino con lo scontrino, raccoglie la borsa, si alza e si dirige verso la macchina, parcheggiata qualche metro più avanti, all'incrocio con via Tito Livio. La seguo, tenendomi a due passi di distanza. “Dove ti lascio?”, dice infilando la chiave nel cruscotto. “Dove puoi succhiarmelo senza dare spettacolo”, rispondo guardando avanti, al di là del parabrezza. Mi guarda incredula, mentre mette in moto. “Scordatelo”. “Cos’è, sei diventata santarella tutto d’un tratto o non è di tuo gradimento?”, insisto slacciandomi la patta e tirandolo fuori già tutto inteccherito, agitandolo come una sferza nell'aria che comincia a refrigerarsi grazie al climatizzatore a palla. “Che fai, pazzo! Qualcuno potrebbe vederci e...” “E allora parti e schioda da qui”, le intimo rinfoderando la mazza. Questa donna schifosa ha l’età di mia madre, rifletto mentre la osservo di sbieco ingranare la prima e uscire dal parcheggio. Stesso anno, di un paio di mesi più vecchia. Il seno cascante dentro la scollatura abbondante (perché non porti il reggiseno, ‘sta zozza, rimane per me inspiegabile, visto l’effetto voltastomaco che offre) sobbalza leggermente per effetto di un respiro forzato. Sono sicuro che lo vuole, la stronza, ma sta a vede’ che si sta facendo qualche scrupolo. Macché, ...