1. Secrezioni: "Incontro Mirna"


    Data: 10/05/2019, Categorie: Etero Autore: renart

    ... per strapparla, fino a stirarle le labbra innaturalmente, poi gliele mordo, queste labbra adesso screpolate e violacee, facendole male, e quando mollo la presa le sputo in bocca un grumo di sangue, il cui sapore metallico mi aggredisce la gola, nauseandomi. Mirna non ha il tempo di lamentarsi - semmai l'avesse voluto -, perché l’afferro nuovamente per i capelli, strigliandola per bene, come se agitassi un salvadanaio per valutarne ad orecchio il contenuto. Con la mano libera tiro la leva del sedile e lo schienale scatta all'indietro, allungandosi sui posti posteriori. Sempre tenendola per i capelli, le schiaccio la fronte sulla spalliera, mentre le alzo la gonna sopra le reni, già prefigurandomi la visione di chiappe mosce e rugose. E invece, sorpresa! Il culo è quello di un’adolescente in gran forma, perciò mi trovo davanti ad una gluteoplastica eseguita ad arte, roba da applausi che mi lascia qualche istante interdetto. “Ti piace tanto prenderlo nel culo, vero Mirna? La faccia ti cade a pezzi e le tette ti rimbalzano sopra le ginocchia, ma il culo, perdio!, il culo lo tieni come pezzo forte del museo e vale tutto l'ambaradan. Ti sei fatta ricostruire pure il buco? Mo’ vediamo subito... Ma prima occorre fare una cosa che tanto piace anche a te. Sta' buona che prendo il cellulare”. La ...
    ... puttana prova a dimenarsi, mentre avvio la modalità video, inveendomi contro, ma senza reale intenzione, e ha la fica che sbava quando le infilo nel tubo di scarico più di metà bischero, quattro dita abbondanti di carne dura che le fanno inarcare la schiena e ansimare forte. “Risparmia il fiato che ora ti faccio ballare, vecchia maiala”, e le ammollo dentro il resto del cazzo, che scivola come in un fodero di velluto, mentre stringo le chiappe sode e lisce in una mano, sforzandomi di tenere il più ferma possibile l'altra col telefono, e prendo a chiavarla selvaggiamente, digrignando i denti come un cane idrofobo. La troia urla e asseconda colpo su colpo, tenendosi sui gomiti per spingere meglio il culo contro il mio ventre, fin quando non stringe forte l’uccello con gli sfinteri e comincia a sussultare, sfiatando strani versi, che culminano in un aaaaaaahhh di una voluttà disperata, straziata e straziante, alla quale reagisco pompandola con tutta la violenza che ho in corpo, per poi tirarmi fuori al momento clou, girarla supina, inquadrare per bene sul display il suo faccione sfatto e spiegazzato, e spingerglielo – il glande in fiamme e macchiato di merda - in mezzo alle labbra ancora accartocciate intorno a una ghigna sconvolta, per spruzzare a fiotti, finalmente, e riempirle quel cesso di bocca. 
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