1. L'epopea delle candele, seconda parte.


    Data: 03/06/2019, Categorie: Etero Autore: Honeymark

    ... verso il pubblico, qualcuno lanciò elasticini, pive, palline di carta, aeroplanini e quant’altro.
    
    Quando entrò il maschietto, inaspettatamente il pubblico si scatenò a vederlo portato a spasso da un ragazzone che lo conduceva come una cagna, vestito anche lui da donna, col vestito tirato su a carciofo fino al collo e anche lui in mutande, con calze e reggicalze. Fischi e urla non bastarono a impedirgli una vergognosa erezione che mal celava sotto le mutande, a dimostrazione di come l’umiliazione lo stesse eccitando. La sua virilità stava andando a puttane.
    
    Poi Valentina portò in pubblico l’ultima matricola, stupenda anche lei, ma il pubblico ormai attendeva la fase due, il carciofo aggravato. Valentina la riportò dentro presto, eccitata anche lei dall’idea della fase successiva.
    
    Non passò più di qualche minuto che il rullio di tamburi del rockettaro di turno si scatenò per annunciare l’ingresso di Lucia, sempre la prima delle condannate a pagare il fio.
    
    Era conciata a carciofo come prima, ma con il vestito tirato su e legato al collo, ma stavolta senza mutandine.
    
    Era bellissima. L’avevo vista e studiata a lungo nelle sue nudità, ma così esposta al pubblico che la guardava con interesse libidinoso mi faceva sentire un privilegiato. Lei era visibilmente imbarazzata, ma obbediva da brava schiava, come ci si aspettava dal suo ruolo di matricola. Quando le dissero di mostrarsi ai giudici lo fece senza risparmiarsi. Le ordinarono di mostrare la figa e la mostrò; ...
    ... le dissero di offrire il culo e lei obbedì, allargando un po’ le gambe e piegandosi leggermente in avanti, come voleva Valentina. Sognai di incularla… Cosa che mi era vietata.
    
    Il pubblico fischiava e urlava. Ovviamente tutti - maschi e femmine - avrebbero voluto palparla, ma la situazione andava tenuta sotto controllo. La fecero sfilare più volte sulla passerella e devo dire che vederla così agghindata a carciofo, ignuda dalla vita in giù e coperta a palloncino dalla vita al collo, era una visione da mille e una notte. Valentina continuava a colpirla sul culo col frustino, così tanto per tenerla stimolata. E perché le andava di farlo.
    
    Il mondo non si divide in bianchi e neri, né in poveri e ricchi, ma in dominanti e sottomessi. Il più delle volte con entrambe le tendenze che albergano nello stesso corpo. Una questione di momenti e ruoli diversi.
    
    La stessa sorte toccò alle altre due matricole schiave e al maschietto.
    
    Laura era spaventata perché, come sappiamo, il supplizio eseguito in pubblico la terrorizzava. Non riusciva a capire che non l’avrebbero neanche guardata in faccia. Lei avrebbe preferito qualsiasi punizione, ma in privato. Anzi l’avrebbe proprio gradita: oltre a farmi il pompino mi avrebbe consentito di incularla. Le avevo risparmiato la pubblica esposizione della festa di laurea, ma quell’unica volta in pubblico, poverina, dovevo lasciarla consumare. L’aveva capito, ma intanto soffriva e mi guardava implorando pietà. Io ero disposto a perdonare, ma ...
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