Cronache quotidiane#1
Data: 17/06/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Lerry
... condensa della paura del nemico. Prendo tempo. Chiedo il permesso di andare a prendere qualcosa da bere in cucina. Torno con i bicchieri e una coca da due litri. Verso la bibita nei bicchieri, mentre Barbara passa lo spinello ad Annamaria che aspira un corposo boccone di fumo e me lo sputa contro, con fare da gran maliarda, sempre agitandosi un po' sulla sedia, fissandomi con i suoi occhi bovini. Penso che quello sfregare di chiappe lardose sul sedile in pelle produca una patina di sudore che si addensa nel solco, e il pensiero mi dà una leggera scossa nella regione subombelicale. Niente di eclatante, ma se non altro c'è ancora vita su Marte, per gli dei! Quando li spinello arriva a me, fumo fingendomi tranquillo, ostentando sicumera, come a voler far intendere che ho capito che è tutto uno scherzo e che ci sto pure a mantenere su il gioco ancora per un po', visto che diverte tanto alle mie compagne, salvo poi farsi una grassa risata e ritornare al nostro progetto, che mai come ora mi appare incredibilmente interessante. Ma loro continuano a fissarmi, con occhi più rossi e liquidi, ma comunque mi fissano, aspettando che faccia la mia mossa. Porcaputtana! Allora faccio l'estremo tentativo di sparigliare, gettare fumo negli occhi, stornare altrove l'attenzione sfruttando i possibili effetti rallentanti della maria...) - Buona quest'erba... dove l'avete presa? - Villanacci... aveva un pacco grosso così! (Stavolta niente risate né 5 schiacciato, le due stronze rimangono fisse su ...
... di me come sfingi, trapassandomi con lo sguardo, rovistandomi dentro col piglio di chi cerca qualcosa in particolare e si trova solo a scartare crucciato ciò che gli capita sotto mano, lanciandoselo alle spalle come incarto sporco e scuotendo il capo come a dire: lo sapevo che qui non c'era niente che valesse la pena. Eppure me la sono cercata: un pacco grosso così!, mi hanno risposto sprezzanti, consapevoli che adesso io non possa fare altro che figurarmi il cazzo di Villanacci, il Maschio Alfa, mentre lo tira fuori dalle mutande e lo rotea nell'aria come una clava, mostrandolo ad una frotta di ragazze, anzi: di femmine, in fregola e adoranti, con Rosita in prima fila, in ginocchio, con la camicetta aperta sulle bocce nude e le mani protese, gli occhi da fuori, spiritati, verdi e opachi come fondi di bottiglia, impervertiti dalla voglia, e la bocca aperta, che urla dammelo, dammelo, dammelo, e tutte le altre dietro di lei, Annamaria, Barbara ecc., con Annamaria e Barbara che si voltano a guardarmi, a guardare proprio me, che sono nel gruppo dei coglioncelli, non in prima fila ma comunque lì a guardare, passivo spettatore di una osannata virilità, impalato tra sodali con le palle dei capponi, che inneggiano al loro capobranco, sferzando l'aria col pugno e gridando: daglielo, daglielo, daglielo tutto, e mi guardano come a dire questo è un uomo, vedi?, ecce homo, altro che tu, buono a dire "assioma" ma che ti vergogni del tuo stesso pene, sì pene, bada bene, soltanto una voce ...