1. Villaggio di houer capitolo 13


    Data: 09/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: prossi

    ... dai modi educativi repressivi e violenti.
    
    “Ero un bambino molto irrequieto…”
    
    Lui mi guardò perplesso e disse: “Non sembrerebbe, sei così buono.”
    
    Lo guardai negli occhi e replicai: “A volte l’apparenza inganna.”
    
    E lui: “Ma va là. Non faresti del male nemmeno ad una formica, abbracciami amore mio, sei bellissimo anche così bagnato.”
    
    Ci abbracciammo forte, ma questa volta non sentii partire nessuna eccitazione, solo una tenera sensazione di amichevole affetto.”
    
    “Facciamo l’amore?” mi chiese invece lui subito invaso dal desiderio.
    
    Ero turbato e terrorizzato dal pensiero di Patrick. In un’altra occasione non mi sarei fatto pregare, ma mi si erano afflosciate le gambe e mi si era smorzato ogni impeto.
    
    “No – risposi – Dobbiamo cercare di ritornare. I tuoi saranno in pena.”
    
    Lui mi guardò quasi deluso, ma accetto il consiglio e si limitò solo a dire: “Abbracciami però, ci diamo solo dei baci, va bene?”
    
    Solo dei baci, promettemmo, ma si sa come i ruscelli che si trovano all’interno del nostro corpo, in un attimo si trasformino in fiumi travolgenti di estasi che annullano ogni tentativo di arginarli e fu così che cominciammo a nuotare nel mare dei sensi, a perderci nella beatitudine. E lui, con la sua tenerezza adolescenziale, con le sue parole ingenue, con la sua curiosità di scoprire, si dette a me con una amorevole passività da brividi.
    
    “Insegnami, Mark, ad amarti. Se vuoi prendermi, fallo. Sono tutto tuo.”
    
    Gli tolsi ad uno ad uno, con ...
    ... delicatezza, come farebbe una mamma quando deve fare il bagnetto al proprio bambino, tutti gli indumenti. Jonatha si lasciò spogliare fiducioso e si dispose perché potessi penetrarlo. Io non lo feci subito, volevo prima dargli tutte le carezze che potevo, tutti i baci. Gli leccai ogni lembo della sua pelle intonsa, dalla testa ai piedi, dal petto alle gambe, il membro e i testicoli, il sedere e l’ano.
    
    Egli sembrava stordito dalle mie carezze e dai miei baci, dal benessere dei sensi che gli procuravo, non parlava, respirava di piacere, boccheggiava di beatitudine.
    
    Mi tolsi i vestiti e liberai il membro. Jonatha si avvide della rasatura e sussurrò: “Dio, Mark, ti sei depilato, sei ancora più bello, bellissimo.”
    
    Lo baciai in bocca e mi riposi alle sue terga mosso dalla premura di possederlo.
    
    “Ti farò male, Jonatha.”
    
    “Resisterò amore mio, dovrà succedere prima o poi.”
    
    Lo mirai e lo rimirai per coglierne tutta la bellezza che mi soggiogava facendomi impazzire: le spalle graziose, i fianchi lievi, i glutei formosi. Il fiume che dal mio cuore dipartiva si trasformò in una cascata tropicale, non avevo occhi che per lui e non avevo orizzonte se non l’unirmi a lui, come il sole tramonta sul mare, io volevo tramontare nella sua carne.
    
    Giuro che non mi accorsi che il torrente, quello vero sotto lo stesso ponte in cui ci eravamo rifugiati, aveva preso ad ingrossarsi pericolosamente. Arrivò, prima che iniziassi a penetrare Jonatha, l’onda di piena che ci colse impreparati e ci ...
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