1. Villaggio di houer capitolo 13


    Data: 09/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: prossi

    ... temporale estivo. Chissà se Lola, a causa del brutto tempo, aveva rivelato a Patrick della nostra gita e come questo l’avesse presa, se insieme si fossero messi alla nostra ricerca. Se fossi stato al posto di Patrick, non l’avrei presa bene. Per quel che lui sapeva di me, per come io mi ero comportato con lui, se fossi stato al suo posto, avrei temuto per il figlio, avrei tremato all’idea che potessi traviarlo, soggiogarlo e irretirlo nella rete del piacere. Cosa che era già avvenuta, fra l’altro, nel suo laboratorio. Cominciai a temere la probabile violenta reazione del maestro e intuii che, ancora una volta, mi ero messo in una brutta situazione. Stavo correndo il rischio di dare di me una immagine fastidiosamente diabolica per quanto io sapessi che ero solo una mente semplice.
    
    Trovammo una stradella sterrata da cui una volta dovevano passare i carri e cominciammo a percorrerla sperando che ci portasse verso la città. Non sapevamo in quale senso percorrerla e scegliemmo una direzione sperando nella buona sorte. Quando giungemmo sopra un ponticello mi venne l’idea di ripararci sotto. Lasciammo le bici sulla stradella e scendemmo la scarpata. Un ruscello passava sotto il ponticello lasciando però abbastanza spazio per accamparci e trovare un po’ di asciutto. Ci accoccolammo uno accanto all’altro, tutti bagnati e infreddoliti. Ci abbracciammo non come amanti, ma come fratelli e ci demmo coraggio, io veramente diedi coraggio a Jonatha che sembrava perso, annichilito dalla ...
    ... violenza della natura, impaurito, terrorizzato.
    
    “Papà sarà arrabbiato – mi disse – Forse, per la prima volta nella vita me le darà”
    
    Non c’era motivo di pensare che Patrick avrebbe alzato un solo dito per picchiare Jonatha.
    
    E poi perché?
    
    Il temporale non c’entrava nulla e neanche la gita. Queste erano cose che ci potevamo stare. Forse il maestro si sarebbe arrabbiato per la paura presa per il pericolo corso, ma avrebbe riabbracciato il figlio appena lo avesse ritrovato. Jonatha poteva stare tranquillo che non le avrebbe prese neanche questa volta.
    
    “Hai paura di prenderle?” gli chiesi.
    
    “Se me le darà, sarà perché mi ama e me le merito.”
    
    “Non te le darà, tranquillo.”
    
    “Tu dici?”
    
    “Si, se la prenderà con me, puoi star certo.”
    
    “E perché?”
    
    Io sapevo benissimo il perché, ma trovai una risposta evasiva.
    
    “Sono più grande di te, avrei dovuto accorgermi del tempo che peggiorava.”
    
    “Non è colpa tua, stavamo così bene – e poi, quasi deluso - Non abbiamo neanche fatto l’amore, avevo tanto desiderato di farlo, ho trascorso tutta la settimana al pensiero che lo avremmo fatto e invece guarda come è finita.”
    
    “Forse il destino non ha voluto.”
    
    “Dici?”
    
    “Chissà.”
    
    “Non penso che mio padre ti picchierà.”
    
    “Oh, tanto sono abituato a prenderle.”
    
    “Davvero?”
    
    “Si, ne ho prese tante che non mi fa più dolore.”
    
    “E perché, da chi?”
    
    Non mi andava di raccontare le mie pene a Jonatha, di passare per quello che ero, il figlio di un pastore protestante ...