1. I saggi di cumcontrol - la povertà. la miseria dei ricchioni e la virtù della riconoscenza. matrimoni equestri


    Data: 22/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL

    ... da 35 kg di gel
    
    Una scatola di 250 pannoloni da uomo per incontinenza rettale
    
    Un biberon da puledro, Sa mai che dalle nozze...
    
    Poi don Fulvio officiò il matrimonio in stalla tutta decorata di palloncini e volant, e li dovetti darmi conto che le mie scarpe elegantissime s'etano già infracidate di letame, ma ero felice.
    
    Il momento topico fu raggiunto quando don Fulvio disse "ora la sposa può baciare lo sposo".
    
    Mefistofele recalcitrò non poco ma quando quasi con forza lo baciai con la lingua, don Fulvio e i quattro invitati non credettero ai loro occhi perché il membro dell'animale prese a discendere col suo glande fin quasi verso terra.
    
    Alla vista di quel bacio interminabile cui Mefistofele si arrese docilmente, ai quattro invitati e a don Fulvio si rizzò il cazzo seduta stante,
    
    Brindammo e mangiammo in fretta in cortile mentre tra le foto di gruppo cresceva la mia ansietà.
    
    No? udendo nitrire il mio povero sposo legato nella stalla mentre io cercavo di far saltare le portate per abbreviare il banchetto e salpare subito per il viaggio di nozze.
    
    Percorremmo l'Aurelia fino al lido di notte sotto una luna bianchissima. Il sacerdote guidava ed io seduto di fianco, dietro di noi i quattro invitati. In macchina vi era il silenzio elettrico dei nostri falli eccitati.
    
    Nella macchina si udivano solo battere i nostri cuori e il mio più del loro, mentre sotto le mutande battevano le intermittenze della cappella.
    
    Anch'io ero eccitato. Avevo mutande bagnate ...
    ... e persino il mio buco si bagnava mentre immerso nella pozza della mia assurda lussuria il mio respiro si mozzava pregustando l'amplesso che mi attendeva a fine corsa.
    
    Dietro il nostro veicolo sfrecciante, il traino ove il mio impaziente sposo scalpitava e nitriva la sua sposa, faceva sbandarci per la carreggiata.
    
    Mi voleva Mefistofele. Urlava dal di dietro la sua rabbia rivendicando il suo sposo, mentre prete e invitanti avrebbero pagato l'oro del mondo per vedere ciò che si Sa esistere nella parafilia ma assurdamente non e' poi cosi a portata di mano come loro capitava.
    
    Io questo lo sapevo e mi prestai ai bisogni della loro insana fantasia.
    
    Lentai la cintura e mi distesi discinta sul mio sedile dopo aver calato mutande e calzoni bianchi infangati agli orli.
    
    Aprii le gambe sul sedile dell'auto e don Fulvio ancora incredulo prese a distrarsi alla guida e con la destra strapazzò con le dita quello che di me non poté più dirsi un buco di culo, ma una vera navigata vagina sfranta, smaniosa del fascio di carne equina che da li all'infinito mi avrebbe procurato amorevoli danni intestinali.
    
    Fummo lasciati soli poi sulla spiaggia tra le schiume bianche del mare. Abbracciai tutti e con Mefistofele alla briglia, entrambi evaporammo a piedi nel buio della spiaggia.
    
    E quella notte su quella spiaggia si udirono le onde fragorose infrangersi, l'eco di nitriti e urla strazianti di vero godimento che furono udite fino all'isola del Giglio.
    
    Il nostro FU un amore che ...
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