1. Schiavo di una dea Pt.1


    Data: 15/11/2019, Categorie: Feticismo Autore: 5F416E7562695F, Fonte: EroticiRacconti

    ... braccio, dritto contro le gigantesche tettone. “Ciao piccoletto! Come ti chiami?” “Mi-mi-hele” dissi io, cercando di imitare la parlata di un bambino di 2 anni. “Ma lo sai che sei proprio carino!” disse, scoccandomi un bacio che ricoprì tutta la guancia. Devo dire che in braccio ad Anna si stava comodi... e non di meno tra le braccia di Paola, che mi prese poco dopo. Nonostante fosse umiliante che due ochette quindicenni mi avessero in totale controllo e mi spupazzassero come volevano senza che potessi in alcun modo oppormi, mi piaceva essere coccolato dalle due gigantesse; in fondo, come detto prima, dal mio punto di vista erano due enormi top-model, dato che anche il seno di Paola, la più piccolina delle due, era più grande della mia testa. Passavo come una palla dalle braccia di Anna a quelle di Paola, tra mani che mi toccavano le guance, baci su ogni parte e cucù-settete ai quali ero costretto a ridere per fingermi un bambino di 24 mesi. Tuttò durò finchè Erika si stufò e disse “Ora dobbiamo andare, però, dobbiamo passare un attimo al centro commerciale prima che chiuda”. Paola, che in quel momento mi reggeva, mi restituì tra le salde braccia della mia padrona. “Ciao piccolino, sei proprio un bambino tenerissimo” disse Paola, prima che le due quindicenni giganti salutassero Erika. Arrivammo al centro commerciale e ci dirigemmo verso il reparto bambini, ovviamente. Lì Erika mi mise a terra e fermò una commessa. “Mi scusi, cerco qualcosa per lui”. Della commessa, dal mio ...
    ... punto di vista, potevo vedere solo le chilometriche gambe che terminavano in un paio di zeppe piuttosto alte. “Per questo piccolino qui?”. La commessa si abbassò e io, guardando verso l’alto, riconobbi un volto conosciuto: era Ottavia, una mia compagna di classe del liceo. “Ciao piccoletto!” disse la commessa “Ma lo sai che mi ricordi tanto un mio amico. Solo che lui è molto più grande di te, io non arrivo neanche alla spalla, mentre tu mi superi appena il ginocchio”. Ottavia era una ragazza bassina, che, per questo, indossava sempre scarpe alte. Nonostante ciò arrivava circa al mento di Erika. E io, invece, mi perdevo nella sua enorme coscia. “Cosa vuole vedere?” disse Ottavia rialzandosi “Pantaloni, maglie, completi?”, aggiunse, vedendo Erika perplessa. “Ecco magari 3-4 completini…sa devo praticamente rifargli il guardaroba”. “Ok” disse la commessa, dirigendosi agli scaffali. Erika si abbassò e mi sussurrò “Ma guarda un po’ te…dovevamo beccare l’unica commessa che ti conosceva, per fortuna non era abituata a vederti nelle tue dimensioni microscopiche!”. Ottavia portò ben 6 completi, pantaloncini corti e t-shirt… “Possiamo provarli?” chiese Erika “Certo” rispose la commessa, indicando dei camerini in fondo. Entrammo in un uno di essi, e io stavo per spogliarmi…ma la mia padrona mi bloccò: “Microbo, che stai facendo?”. Io la guardavo con un viso interrogativo. “Ma quanto sei stupido! Non hai capito niente! Davvero pensavi che mi mettevo a spendere i miei soldi per un insetto ...
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