1. Schiavo di una dea Pt.1


    Data: 15/11/2019, Categorie: Feticismo Autore: 5F416E7562695F, Fonte: EroticiRacconti

    ... voce da lontano “Si tutto ok” rispose Ottavia “avevo solo un insetto sul piede”. Le cose si mettevano male: Ottavia mi aveva scambiato per un insetto e ora la terra tremava mentre si avvicinava pericolosamente verso di me, fissando il pavimento. Cercai di agitare le braccia e di correre intorno a me stesso, con la speranza di far intravedere il mio lato “umano”. Ma niente da fare: la gigantessa era arrivata a pochi metri da me e stava alzando il titanico piede destro. Allora iniziai a scappare, ma subito dopo la mastodontica zeppa della gigantessa si piazzò davanti a me, producendo un frastuono e facendomi volare diversi metri dietro. “Che c’è insettino? Non ti piacciono più i miei piedi? La prossima volta impari a salirci sopra!”. Ero in trappola, chiuso tra la gigantessa Ottavia e il bancone, alla completa mercè dei suoi infiniti piedoni. D’un tratto uno spiraglio: il bancone non arrivava fino a terra, ma c’era al di sotto una fessura…se fossi riuscito ad entrarvi sarei stato salvo. Mi lanciai di corsa verso quella direzione e subito vidi il piede di Ottavia alzarsi centinaia di metri sopra di me. Poi il solito colpo di fortuna: “Ottavia, scusa, hai completato l’ordine per domani?”. Il piede sopra di me si fermò e io riuscii a sgattaiolare sotto il bancone. “Maledetta Elisabetta! Mi hai distratto e hai fatto scappare l’insetto sotto il bancone!”. Ero salvo, ancora una volta. Vidi Ottavia fare un ultimo tentativo, togliendosi la zeppa destra, e penetrando con le dita sotto ...
    ... il bancone nel tentativo di schiacciarmi, ma io, prevedendo la mossa, mi ero allontanato. Per evitare ogni rischio, mi diressi dall’altra parte del bancone. Maledissi me stesso: ora potevo essere al sicuro nei piedi di Erika e, invece, ero lì solo, alto 3 cm, ai piedi di decine di gigantesse ignare della mia presenza. Mentre mi interrogavo come raggiungere il camerino, che era sicuramente il primo punto in cui Erika sarebbe andata a guardare quando si fosse accorta della mia assenza, sentii la terra tremare e vidi 2 paia di piedi fermarsi nelle mie vicinanze, al di fuori del bancone: tutti e quattro i piedi erano calzati da sandali, solo che due erano decisamente più grandi e più callosi, appartenenti probabilmente ad una signora, mentre gli altri due erano piccoli, appartenendo probabilmente alla figlia della suddetta signora. Piccoli ovviamente se paragonati agli altri, perché la bambina avrebbe potuto tranquillamente schiacciarmi con ciascuna di quelle ditone. Improvvisamente sentii nel dialogo tra la signora e una commessa una parola che mi fece illuminare: “Dove sono i camerini?”. Senza pensarci due volte iniziai a correre verso il piedone della signora e mi inserii tra alluce e secondo dito, cercando di essere delicato e non far notare la mia presenza. La signora doveva aver camminato un bel po’ quella mattina, perché l’odore era insopportabile e il sudore mi stava bagnando copiosamente. Ma ormai a queste cose davo poco peso, visto il mio stato di insetto. Poco dopo, il ...
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