Schiavo di una dea Pt.1
Data: 15/11/2019,
Categorie:
Feticismo
Autore: 5F416E7562695F, Fonte: EroticiRacconti
... piede iniziò a dirigersi verso i camerini. Ormai ero diventato un maestro nel reggermi ai piedi di gigantesse che camminavano e arrivai senza problemi ai camerini. Notai che però la signora si fermò in quello immediatamente a fianco rispetto a quello utilizzato prima da me ed Erika. Scesi quindi dal piede e corsi lungo il muro attiguo al camerino dentro il quale mi avrebbe cercato Erika. Quando ormai ero prossimo a passare sotto la tenda verde che chiudeva il camerino, una voce proveniente dall’alto alle mie spalle mi gelò il sangue: “Mamma guarda! Sul pavimento c’è un omino minuscolo!” “Clara, tu vedi troppa televisione” “Ma è vero mamma! E’ uscito dal tuo piede ed è corso via, un omino grande quanto un insetto!” “Si, come no”. L’avevo scampata bella. Ero giunto nel camerino giusto, che per fortuna era vuoto. Non mi restava che attendere l’arrivo della mia padrona. Sentii dei passi avvicinarsi, mi avvicinai verso l’entrata sperando fosse Erika, e, invece, davanti a me apparì un’altra gigantessa: i capelli lunghi e castani, il viso dolce di una bambina di 8-9 anni e subito davanti a me dei piedi titanici che riconobbi. Echeggiò un boato dall’alto: “Eccoti formichino!”. Neanche il tempo di scappare che il titanico piedone di Clara mi fu davanti, facendomi cadere come al solito all’indietro. “Non ti preoccupare, non ti schiaccio piccolino”. Fui afferrato dalle due dita della gigantessa bambina che mi portò davanti ai suoi occhioni azzurri per scrutarmi “Sei un omino vero! ...
... Ma sei davvero minuscolo! Scommetto che persino il mio mignoletto è molto più forte di te…ma non ti spaventare piccolino, ti prometto che non ti farò del male…ti terrò con me, sarai il mio animaletto!” “Nanetta, lui è già occupato” proruppe una voce dall’alto…Erika! Con un rapido movimento, la mia padrona mi strappò dalla mano della bambina, che si mise a piangere “L’ho trovato prima io! Mamma! Mamma!”. Erika sgusciò in fretta dal camerino, mi sussurrò un “Microbo, con te facciamo i conti dopo” che non prometteva nulla di buono e mi infilò in borsa. * * * Chiuse la porta dietro di se, un secondo dopo era già col ridimensionatore in mano, col quale mi colpì facendomi crescere fino ad un altezza di 10 cm circa. Temendo quali fossero le sue intenzioni, stavo già per andarle a baciare le dita dei piedi…ma non feci in tempo poiché il piede a cui mi stavo avvicinando si alzò in aria e ricadde su di me con inaudita violenza. “Microbo, insignificante nullità ai miei piedi, è così che ripaghi la tua dea? Scappando appena ne hai l’occasione?” disse mentre mi comprimeva con la suola della scarpa contro il pavimento. Urlavo dal dolore, finchè ne ebbi il fiato, dato che il mio torace non poteva espandersi a causa della mastodontica forza del piedone destro di Erika, grande 5 volte me, e probabilmente 50 volte più forte del sottoscritto, dal momento che su di esso si scaricavano tutte le migliaia di tonnellate del peso della gigantessa. “Microscopico pidocchio traditore, anche essere uno ...