Schiavo di una dea Pt.1
Data: 15/11/2019,
Categorie:
Feticismo
Autore: 5F416E7562695F, Fonte: EroticiRacconti
... zerbino sotto le mie scarpe è un premio che non ti meriti!”. Allentò per un attimo la presa, consentendomi di respirare. Ansimante, usai tutte le forze per gridare “N-on s-o-no sca-ppato!”. “Zitta pulce…ti permetti pure di parlare?!”. Alzò il mastodontico piede, lo inclinò in avanti e iniziò a sferrarmi colpi tremendi col gigantesco tacco sull’addome. “Devi-imparare cosa-succede quando-un insetto non-obbedisce alla-propria dea” disse, ritmando le parole con i colpi. Ogni volta che il tacco enorme si abbatteva su di me, io sentivo come l’anima uscirmi dal corpo e rispondevo ad ogni colpo con un grido. Ad un certo punto Erika si fermò e rimase a guardarmi dall’alto, come se attendesse qualche tipo di risposta da me. Cercai di essere lucido e di raccogliere le forze che mi rimanevano per gridare: “Mia dea, è stato un incidente, lo giuro! Il suo piede divino era troppo potente affinchè potessi reggermi ad esso!”. A quelle parole la gigantessa mi assestò un calcione, che mi fece letteralmente volare dall’altra parte della stanza. Erika si tolse le scarpe e scalza mi raggiunse in soli 3 passi, mentre io, dolorante in ogni parte, mi contorcevo a terra. “Mi hai preso per una cretina, microbo? Altre volte sei stato nel mio piedone e ti sei retto benissimo…nonostante fossi anche più piccolo e debole di quanto eri stamattina!” disse mentre mi calpestava con la pianta nuda e sudata. La mia testa andò a finire precisamente tra l’alluce e il secondo dito, e da lì potevo vedere le ...
... chilometriche gambe di Erika che terminavano nell’addome, le mastodontiche tette che oscuravano parte del viso severo della gigantessa che mi osservava. “Padrona, è vero che ho avuto l’onore di essere all’interno del suo divino piede anche in dimensioni ridotte rispetto a quelle di oggi…ma essere più piccoli non dà solo degli svantaggi, anzi consente di avere più punti di appoggio e più attrito con le superfici, oltre ad essere meno esposti alle correnti prodotte dalla potenza del movimento del suo piede…oggi tutto questo è mancato e sono volato via subito, all’interno del negozio. Mia dea, deve credermi, non c’è altro posto in cui vorrei essere ora che sotto il suo piedone.” Per confermare le mie parole, cominciai a leccare, e di fatto a lavare, le dita del piede di Erika, sporche della polvere accumulatasi durante la passeggiata della mattina, e umide per il sudore. La gigantessa non disse nulla. Avevo colpito nel segno. Ed ero sicuro che le facesse piacere che il suo schiavetto avesse deciso spontaneamente di farle un po’ di pulizia ai piedi. Dopo una ventina di secondi, quando avevo quasi terminato la ripulitura dell’alluce, Erika riprese a parlare: “Ok microbo, passi anche questa volta…ma che una situazione del genere non si ripeta più…la prossima volta ti schiaccio all’istante oppure ti mangio facendoti sciogliere nel mio stomaco, mettendo fine alla tua inutile esistenza da insetto.” “Grazie, dea Erika, grazie della sua infinita bontà! Non so proprio cosa ho fatto di buono per ...