1. 15 - sesso infortunato


    Data: 05/12/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: samantho91

    ... certo: quella di quel sabato fu solo la prima di una lunga serie di scopate pazzesche che facemmo malgrado il mio infortunio, anzi: grazie al mio infortunio! Senza contare che il "ripescaggio" della sua sborra dal mio culo divenne cosa assai più frequente, con mia immensa gioia da impeccabile troietta golosa quale sono. Poi fu bellissimo anche come lui si prendeva cura di me in mille modi, addirittura con tanto ingegno e ancor più pazienza riusciva a farmi fare la doccia, facendola ovviamente anche lui con me, era meraviglioso mentre io mi tenevo (stando in piedi su un solo piede, visto che la gamba in questione non poteva poggiare) lui mi insaponava tutto, con cura e dedizione, cogliendo l'occasione anche per farmi dei massaggi molto rilassanti e sensuali con il sapone, celebrava il mio corpo con quel suo totale abbandonarsi al piacere di posarsi sulla mia pelle bagnata. Faceva tutto lui, io non dovevo preoccuparmi di niente (su sua espressa e in un certo senso severa raccomandazione, dovevo lasciar fare a lui). Quasi tutte le volte poi era l'occasione per farmi anche un bel lavoretto di dita al buchino (una volta provò pure a penetrarmi ma durò poco perchè rischiavo di perdere l'equilibrio) e sopratutto mi fece tanti di quei pompini che... ...
    ... mmmmmmmm, una volta perfino con ingoio. Quel giorno era in vena passivissima e dopo avermi fatto eiaculare nella sua bocca si segò sborrando sulla mia coscia, e cosa incredibile leccò la sua stessa sborra (cosa che non faceva mai).
    
    Aldilà del sesso fu una disavventura che riuscimmo a tramutare in un'esperienza speciale e molto significativa. Man mano che i giorni passavano e il ginocchio lentamente si sbloccava e riacquisiva mobilità, fummo via via in grado di riprovare più posizioni, sia per incularmi sia per farsi inculare lui. Fu un luglio veramente originale e creativo. Infondo non era proprio quello che volevamo? Goderci la nostra relazione con spontaneità, senza pianificare, gestendo la quotidianità come una coppia che convive? E allora cosa c'è di meglio di un imprevisto che costringe l'uno a prendersi cura dell'altro? L'abbiamo vissuta esattamente come l'avremmo vissuta in una casa tutta nostra (e qui va dato atto ai miei genitori che lasciarono molto spazio ad Andrea, affinché fosse lui e innanzitutto lui a prendersi cura di me). Io ero così felice e orgoglioso di lui, grato e commosso per l'amore che mi dava anche in quelle premure crocerossine, quell'infortunio rese speciale la nostra estate. Non potevamo essere più felici di così.. 
«12...4567»