1. La mia cognatina......


    Data: 23/05/2020, Categorie: Etero Autore: menslave, Fonte: Annunci69

    ... pacchetti distinti, pagai ed uscii contento come nessun altro su questa terra!
    
    Direte: “ Ti accontenti di poco tu”… sì, è vero, ma quel poco come pensate voi è stato represso per tanti e tanti anni da quando…… ma questa è un’altra storia e forse un giorno ve la racconterò…
    
    Uscito che fui, pensai alla prossima azione da compiere e, visto che si era fatto quasi mezzogiorno di sabato, mi dissi che potevo anche provare a consegnare il pacchetto alla committente.
    
    Così feci, telefonandole prima per sapere se era in casa e quando mi disse che era disponibile ad attendermi poiché era a casa da sola non me lo feci dire due volte.
    
    Arrivai ben presto, suonai, salii le scale ed entrai in casa. Mi disse allora: “mi hai portato qualcosa?”
    
    Prontamente e fieramente risposi di sì e, senza indugi, appoggiai il pacchetto sul tavolo e feci quasi per andarmene. Poi mi fermai un attimo a riflettere e mi balenò un’idea strana, bizzarra ma interessante. Dissi a mia cognata, che stava cercando di aprire il pacco, che mi auguravo fosse di suo gradimento e, mentre finivo la frase, lei stese sul tavolo il frutto delle mie fatiche: rimase realmente estasiata e, al vedere tale reazione di piacere, giocai la mia carta: le dissi che, visto il risultato, avrei avuto piacere se avesse provato il tutto mentre ero lì, se non altro per vedere se ci fossero eventuali difetti. Rimase un attimo soprapensiero, poi non potè sottrarsi alla mia richiesta ed acconsentendo, prese con sè il malloppo e si ...
    ... recò in camera da letto per la prova. Rimasi ad attenderla seduto sul divano: l’attesa mi sembrava infinita, mentre lentamente stava montando in me un senso di eccitazione mista a curiosità che mi fece alzare dal divano per avvicinarmi alla porta socchiusa della camera da letto. Era impossibile non accostare la testa contro la fessura lasciata aperta e, sbirciando all’interno, vidi l’opera di vestizione che si stava compiendo davanti ai miei occhi. A quel punto tutta la mia pulsione finì sul mio uccello che impazzì dentro i pantaloni e mi fece correre in bagno. Mi calai i calzoni e tirai fuori la belva impazzita: cominciai a menarmela scappellandola con veemenza, ma non sentii alcun dolore, anzi smanettai sempre più forte fino a non poter più trattenere uno schizzo potentissimo che si spiaccicò sulle mattonelle del bagno.
    
    Nel trambusto vi furono due cose che trascurai: una è che venendo non potei trattenere un gemito neanche tanto sommesso e l’altra, non meno importante per il prosieguo del racconto, è che entrando con foga nel bagno dimenticai di chiudere la porta con la maniglia, tanto che la stessa piano piano si riaprì completamente, proprio mentre mia cognata usciva dalla sua stanza in completo rosso e, visto che il bagno è quasi attaccato alla camera da letto, non le sfuggirono né il mio gemito di piacere né tantomeno la vista di ciò che stavo compiendo.
    
    La reazione fu francamente da far gelare il sangue: si mise sulla porta del bagno e gridò:…" ma che cazzo stai ...
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