1. Odette: oui je suis putaine, 5a parte (solo puta move soldi...)


    Data: 10/06/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: sexitraumer

    ... il suo organo dell’olfatto facendo il suo naturale lavoro mandò al suo cervello l’odore forte della vulva sì fresca, ma lavata a fosfati di cenere, della propria vulva che aveva appena scopato con mastro Giuseppe; il tempo di profumarla con qualche unguento o con un decotto di camomilla non c’era stato. Solo acqua e questo significava che l’odore non gli sarebbe piaciuto. Baciò la vulva verso il monte di venere per poi scendere verso il clitoride, ma sempre di sole labbra. Piccoli bacetti che per quella vulva non significavano gran che, ma che, non di meno, fecero prendere al pubere Bartolo confidenza con quella passera, che certo non era bella come quella della coetanea che gliela negò all’assaggio…lo strusciare delle labbra appena aperte sullo spacco lo stimolò ad estrarre la lingua che fece scorrere per tutta la lunghezza della piccola vulva di Odette senza accorgersi che nel frattempo era arrivato al perineo…aprendo gli occhi decise che sarebbe risalito, introducendo però la lingua più decisamente in quella vulva che aspettava il modo giusto di essere stimolata; introdottavi la lingua fu felice: sentì un sapore nuovo, ma poco intenso…provò ad insistere introducendola di più ma il sapore non cambiava: carne umida e niente di più. Era come leccare il bianco d’uovo secco sulla superficie di un piatto di ceramica…il respiro di Odette non era variato. Bartolo estrasse la lingua e la passò sulla pelle tutto intorno allo spacco dando ampie spazzate; il sapore era sempre lo ...
    ... stesso, ma almeno adesso il respiro a rantoli di Odette si era fatto più evidente, anche se a scatti:
    
    “Auhmmm !…mhmmnnn…!...Oh !...ahn !”
    
    “…”
    
    Gli venne in mente che gli amici più grandicelli lo avevano lasciato assistere ai loro discorsi “da grandi”, ed in quei discorsi si era parlato, tra le tante cose, della farfallina di carne con cui godevano le donne…stava poco sopra lo spacco…era molto delicata…potevi succhiarne i lembi di carne, ma lì al centro del piacere tra le alette, su quel piccetto eretto la tua lingua doveva muoversi leggera e piena di saliva senza fermarsi, o si induceva il male, il dolore lì dove la donna gode…così gli sembrava di ricordare mentre leccava gratificato dai respiri di lei…da qualche istante s’erano aggiunte le carezze di lei alla sua testa che scandivano il ritmo di leccata al clitoride. Nervosamente vi sputò su e la ragazza sembrò gradire, quindi leccò via la sua stessa saliva dopo averla mescolata idealmente con gli umori odorosi o meno che la sua mente immaginava traspiranti dalla vulva di lei in eccitazione inequivoca…comprese il motivo delle ironie dei ragazzi più grandi non più vergini che erano stati a donne che chiamavano la vulva anche “la salaticcia”, “la bavosa”, “la pescetta all’acqua pazza”…ognuno di quei ragazzi aggiungeva un sapore che credeva di aver sentito…
    
    …anche Bartolo aveva adesso compreso il piacere che si provava a “trovare” sapori in una vulva. Odette avrebbe voluto che quelle leccatine ingenue di Bartolo non ...
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