1. Come parlarne? - Capitolo IV


    Data: 27/06/2020, Categorie: Feticismo Autore: VB1977, Fonte: EroticiRacconti

    ... a cavalcioni su di me. Fui ubriacato dai movimenti sinuosi del suo fisico spettacolare, non potei fare a meno di eccitarmi. Il suo seno, sorretto dal reggiseno in pizzo nero, troneggiava sopra il mio viso, a pochi centimetri, tuttavia abbastanza da renderlo irraggiungibile per la mia bocca. Avrei voluto baciarlo così tanto... Legò i miei polsi alla testiera in ferro battuto del letto. Non stretti, ma abbastanza da rendermi impossibile slegarmi. “Vuoi vedermi legato mentre ti vesti?” “Sì” “Potevi legarmi subito, no?” “Non è importante. Però è bello vederti legato.” La vidi sparire nella cabina armadio, che più che una cabina, era un’altra stanza. Ne uscì con una camicetta senza maniche, bianca, il cui tessuto era decorato con fiori, bianchi anch’essi e un paio di jeans neri elasticizzati. La pregai di attendere prima di indossarli completamente. Di lasciarsi guardare ancora un attimo. Mugolò qualcosa, sorridendomi compiaciuta. Non impiegò molto a prepararsi. Alla fine infilò dei fantasmini e le ballerine nere. Una pettinata veloce davanti allo specchio, un po’ di profumo, poi si sedette accanto a me. “Mi sleghi?” domandai. La sua mano si infilò sotto la mia maglia per accarezzarmi il ventre e il petto. “Vuoi essere slegato?” “Penso che tu non voglia slegarmi, penso che ti piaccia vedermi così.” Si chinò sul mio viso e mi baciò. “Ti darebbe molto fastidio se me ne andassi lasciandoti così?” Ebbi un moto di desiderio nei suoi confronti. “Dimmi soltanto cosa provi” dissi, con ...
    ... tono supplice. “Sono già ai tuoi piedi, sono già in tuo potere, sono tuo. Dimmi che ti piace tanto e cos’altro provi a vedermi così.” Si tirò su, sorridendo soddisfatta. Poi si scostò per infilare il capo sotto la mia maglia. Infine sentii i suoi baci e poco dopo la sua lingua, dove prima avevo sentito passare la sua mano. Questa ragazza mi desiderava. E sapeva farsi desiderare. Quando abbandonò quella posizione, ero conscio di non essere più quello di una settimana prima. Avrei voluto essere slegato per saltarle addosso, baciarla, abbracciarla, stringerla, sentirla fisicamente e fare l’amore con lei. Senza freni e senza reprimere alcun desiderio. Lei mi voleva così com’ero. Volevo anche io accettare me stesso così com’ero. E grazie a lei ci stavo riuscendo. Fissò lo sguardo sul mio per un attimo, poi, in risposta alla precedente domanda, avvicinò la bocca al mio orecchio: “Provo un senso di potere”, disse, in modo eroticamente sensuale. “Provo una forte eccitazione quando sento di avere potere. Mi eccita legarti. Tenerti legato. Saperti in balìa della mia volontà. Sentire la tua dipendenza dalle mie azioni. Sentire che con un gesto posso darti piacere. O che posso intensificare il tuo desiderio di raggiungere il piacere. Per poi decidere che non te lo farò raggiungere. Nel momento in cui tu lo desideri di più, io non te lo faccio raggiungere.” Inutile dire che il mio basso ventre era in subbuglio. E parecchio. Tuttavia Debora dovette vedere sul mio volto uno sguardo quantomeno ...
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