1. T o n y


    Data: 18/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: nh-paul

    ... capo chino.
    
    “Stronzo, dovevi bere tutto! Doveva essere un pompino con l’ingoio!”
    
    Non capii esattamente quel termine, ma il senso non mi sfuggì. Mi tornarono le lacrime agli occhi, perché sapevo che mi stava umiliando e anche di più.
    
    S’alzò e mi allontanò da sé, era diventato sgarbato, ma io speravo ancora che mi concedesse di toccarmi un poco, là assieme a lui.
    
    “Posso farmi la sega?” balbettai.
    
    Non mi rispose neppure, perché se n’era andato in bagno a pulirsi.
    
    Quando tornò ero ancora per terra in attesa una sua risposta.
    
    “Che fai ancora là in ginocchio?” mi disse “Vattene!”
    
    La sua indifferenza era totale, ma non mi ferì. Andandomene pensai che da lui avrei accettato ciò che avrebbe voluto darmi. Quel giorno avevo come superato una soglia del dolore: Tony non mi avrebbe più fatto soffrire, perché ormai sapevo ciò che era e quali erano invece i miei veri desideri. Lui era come il diavolo, sapeva tentarmi ed io ero felice di sottomettermi alle sue voglie, perché coincidevano con i miei ancora poco chiari desideri sessuali, ma l’amore era un’altra cosa, doveva essere tutta un’altra cosa. E quel giorno, l’avevo finalmente capito.
    
    Non considerai più Tony come mio amico, né desiderai che tornasse ad esserlo. Attesi sempre le sue chiamate che continuarono per qualche mese ancora e che per me erano diventate dei semplici diversivi alle seghe che continuavo a farmi pensando al suo corpo, ai momenti in cui, in un certo senso, me ne concedeva l’uso.
    
    Quando ...
    ... eravamo insieme la nostra conversazione si limitava alle istruzioni che mi dava su come potessi aumentare il suo piacere.
    
    Non fece mai parola a nessuno dei nostri amici sui rapporti segreti che avevamo fra noi, ma in pubblico continuava a chiamarmi apertamente finocchio, tanto che nel gruppo qualcuno cominciò a pensare che potessi esserlo davvero, per fortuna nessuno me ne chiese mai apertamente conto.
    
    Per le superiori si iscrisse ad un istituto diverso dal mio, ma pur ufficialmente ignorandoci non ci perdemmo di vista, perché continuavamo a frequentare assieme l’associazione degli scout. Mi chiamò poco prima che iniziasse la scuola ed io corsi a casa sua, lo rifece prima di natale ed io lo soddisfeci, come sempre. Avendo ormai acquisito una certa tecnica, diventavo ogni volta più bravo.
    
    Poi non mi cercò più, ma un pomeriggio, d’inverno, subito dopo una nevicata, c’incontrammo per strada. Era con un altro ragazzo che non conoscevo, forse un compagno di scuola e quando mi vide, fece un cenno al suo amico ed io capii che gli aveva già parlato di me. Eravamo nella villa comunale che io stavo attraversando. Considerata l’ora, il posto e il freddo che faceva, con mucchi di neve ai lati del vialetto, il posto non era per nulla frequentato. Prima che potessi anche salutarlo, mi fu addosso, imitato dal compagno.
    
    Mi spinsero sul cumulo di neve e mentre l’altro mi teneva fermo, sentii le mani di Tony toccarmi il sedere:
    
    “Lo sai che i finocchi come te se lo prendono in ...
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