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T o n y
Data: 18/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: nh-paul
... dentro di me non desideravo altro che mi parlasse. Vorrà discutere, pensai, ma appena fummo nella sua camera, si calò i pantaloni e mi ordinò di succhiarglielo. Esitai, allora, sempre sorridendo, mi disse: “Hai problemi? Mi pare che ti piaccia e tu vuoi farlo, non è vero?” Ed io lo ammisi. Si, lo volevo. “Ma voglio anche che torniamo ad essere veri amici” dissi “Mi dispiace per quello che ti ho detto l’altra volta, ma perché tu non vuoi più essere mio amico?” “Amico… con te? Noi facciamo sesso!” Detta da lui a quattordici anni, la frase aveva un che di comico, ma allora non lo colsi. “Io sono sempre arrapato” mi spiegò con pazienza “e a te piace toccarmi ed anche leccarmi un po’, non è così?” Era vero. “È tutto qua!” “Ma noi siamo stati sempre amici… e se adesso ci piace fare queste cose insieme, possiamo anche restare amici, no?” “Tu vuoi farle e ti diverti… io… sono stato solo fortunato a trovarti!” Mi intenerii a sentirgli fare quell’ammissione, ma non durò molto. “Tu vuoi fare queste cose e ti piacciono! E l’amicizia non c’entra!” puntualizzò, a scanso di equivoci. Detto questo andò a sedersi sul letto e si stese allargando le gambe. “Dai succhiamelo…” mi incitò con la sua voce più dolce, mentre si toccava fra le gambe. Ero pazzo d’amore e mentre lo guardavo là steso, in attesa delle mie attenzioni, con il cazzo che si gonfiava lì davanti. Era vulnerabile, pensai. Mi sentivo depresso, usato, umiliato ed odiavo quello ...
... che stava accadendo, ma volevo anche che tornassimo amici, com’era stato prima che il sesso si abbattesse su di noi. E poi lui era bellissimo. Non volevo farlo, ma il suo corpo mi ipnotizzò e feci quello che mi chiedeva. Glielo tirai fuori. “Abbassami i pantaloni…” era un ordine, ma non suonava come tale “toglimi anche gli slip…” e si tolse anche la maglietta, offrendomi il suo corpo nudo. L’accarezzai lentamente tra le gambe che si andavano già coprendo di peli scuri. “Prendilo in bocca” mi incoraggiò, ma forse era anche un po’ infastidito dai miei indugi. Aveva un sapore leggermente salato, ma era pulito. Lo leccai come fosse un cono gelato, perché era l’unica cosa di cui avessi esperienza. “Succhialo…” e la sua voce suonava già lontana, ispirata dalle sensazioni che doveva provare. Stavo facendo quello che voleva lui, ma anche esattamente ciò che io desideravo. Odiavo tutto questo, ma sapevo anche di amarlo. Capii che stava per venire sentendo in bocca un sapore nuovo, più amaro, solo poche gocce che aprivano la strada al torrente che ne sarebbe seguito. Il suo corpo si arcuò, l’uccello mi sfuggì dalla bocca e gli schizzi di sperma lo colpirono sulla pancia e fin sul petto. Ansimava, non osavo guardarlo, ma avrei voluto chiedergli se potevo masturbarmi, perché ne sentivo la necessità assoluta, ma non osavo. Eravamo un bel quadretto: lui gettato sul letto a braccia aperte, io in ginocchio, proprio come una geisha, fra le sue gambe larghe, con il ...