1. T o n y


    Data: 18/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: nh-paul

    ... godere. Spruzzai il mio seme fin davanti ai suoi piedi e lo stesse fece lui.
    
    Avevamo entrambi la mano bagnata di sperma:
    
    “Leccati la sborra” ordinò e anche lui tirò fuori la lingua per passarsela fra le dita impiastricciate, continuando sempre a fissarmi.
    
    Feci anche quello senza esitare: non avevo mai osato, sebbene ci avessi fatto qualche pensiero, ma pensavo fosse velenosa, invece la mia sborra aveva un sapore strano, ma gradevole e da allora ne ho bevuta tanta, ma quel gusto non lo scorderò mai.
    
    “E non dimenticare che mi devi una sega!” disse mentre si rivestiva, poi si voltò con noncuranza e saltato il parapetto si diresse verso le stanze dov’erano riuniti gli scout.
    
    Mi lasciò là, con le mie vertigini, il senso di colpa per essermi appena masturbato, i pantaloni abbassati e l’uccello moscio fuori dalle mutande. Finalmente ce la feci a ricompormi e strisciai, con le gambe tremanti, verso il punto dove avevo scavalcato. Quando riuscii a saltare, mi abbassai fino ad accoccolarmi e me ne stetti non so quanto, schiacciato contro la balaustra, con gli occhi chiusi. Dopo un po’ scivolai via, verso casa. Non avevo più la voglia, né il coraggio di presentarmi ai miei compagni, dopo ciò che era accaduto.
    
    Sulla strada di casa, cominciai ad immaginare che tutti quelli che incrociavo mi avessero visto mentre me lo menavo davanti alla meridiana, poi il ricordo di quello che avevamo fatto mi assalì e l’uccello di Tony, il suo corpo nudo, le immagini della sua ...
    ... libidine, tutto mi riportò in uno stato di eccitazione e di attesa, di speranza che Tony mi concedesse un’altra occasione.
    
    Da quella sera cominciai a girargli attorno, a offrirgli tutte le occasioni per invitarmi, per ordinarmi di seguirlo, in cielo o all’inferno, per fare qualunque cosa mi chiedesse.
    
    Un pomeriggio mi telefonò a casa: “I miei genitori non ci sono… abbiamo la casa tutta per noi. Vieni!”
    
    Corsi più veloce che potei, temendo che cambiasse idea. In un batter d'occhio ero davanti alla sua porta. Suonai con discrezione per non irritarlo.
    
    Mi tirò dentro casa e mi sospinse fino alla sua camera. Quando fummo là cominciò a spogliarmi, tirando via il cappotto, portandomi via la maglia, mi sollevò la camicia che riuscii a sfilarmi dalla testa, senza far saltare i bottoni. Nel frattempo lui si stava accanendo con i miei pantaloni che erano finiti alla caviglie, assieme alle mutande. Mi dette una spinta e finii sul letto.
    
    “Togliti le scarpe… dai spogliati, togliti tutto!”
    
    E fu tutto quello che disse, perché era troppo impegnato a togliersi di dosso la tuta che indossava e così fu nudo prima di me. Mi si buttò addosso, facendo correre le mani ovunque sul mio corpo. Non sapendo che fare, anch’io cominciai a toccarlo. Era cambiato dalla prima volta in cui ci eravamo toccati, come me, del resto. Avevamo più peli e i nostri uccelli forse erano un po’ più grossi. Forse, ma probabilmente era la mia immaginazione. Improvvisamente si mise supino, perché potessi ...
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