1. Montecalvario Blues: "Extremis Malis, Extrema Remedia"


    Data: 26/08/2017, Categorie: Etero Autore: renart, Fonte: EroticiRacconti

    ... Sarebbe stata una gran bella giornata, gongolò tra sé. Ci si potevano scommettere sopra le palle con tutto il cazzo. Guardò la donna con occhi immobili e torbidi, in contrasto col sorriso caricato di benevolenza che gli scolpiva la ghigna, e le disse, placido e accomodante: “Sebbene il pulpito dal quale sentenzia non è dei più appropriati, cara sign.ra De Rosa, considerata la sua posizione... ehm... non mi fraintenda, intendo il termine nel senso figurato”, non si trattenne dal precisare ridacchiando, “da parte mia non posso che rinnovarle la promessa di non profferire parola con alcuno circa la sua attività di libertinaggio extraconiugale. Non credo che ci sia altra scelta, da parte sua, che accogliere come data la mia promessa”. Dura in volto, visibilmente scossa dalle parole del suo interlocutore, la donna ribatté: ”Voglio essere sicura. Se la cosa uscisse fuori, per me sarebbe una disgrazia dalle proporzioni titaniche. Non ne vado orgogliosa, ma ho bisogno di mio marito, dei suoi soldi e del suo status sociale, indispensabili per me. Mi distruggerebbe, su questo non ci sono dubbi, e non avrei altra scelta che lasciare Napoli e tornarmene a Fiera di Primiero con una mano avanti e l’altra dietro. Quindi, per quanto la sola idea mi dia il voltastomaco, voglio comprare non solo il tuo silenzio, ma, ripeto, la distruzione di quella videoregistrazione. Solo così mi tranquillizzerò”. “Nonostante il ritratto che ha fatto di me - ritratto piuttosto aderente alla realtà, detto per ...
    ... inciso - non sono un uomo avido, sig.ra De Rosa. Il mio stipendio e le mance costanti dei rispettabili suoi coinquilini, mi sono più che bastevoli. Il suo denaro può investirlo dove meglio crede, facendone un uso, mi creda, più redditizio”. “Non voglio darti dei soldi”, rispose la donna avvicinandosi fino a sentire il contatto con le ginocchia dell’uomo, “ma questa”, e tirò su la gonna, mostrando una fica dalle labbra glabre e col solo Monte di Venere ornato da un triangolo di pelo rossiccio. Il cazzo di Carmine, già semieretto per la sola vicinanza di quella donna, guizzò e si impennò, e quasi si avrebbe potuto sentirne il nitrito e lo scalpitio, se l’udito degli astanti avesse avuto queste possibilità. Tuttavia, nonostante i pantaloni deformati dall’erezione, l’uomo imbastì un comportamento da galantuomo, o comunque qualcosa che gli si avvicinasse, rassicurando la donna che non c’era bisogno, che non avrebbe tradito la parola data, se solo gli avesse dato credito e fiducia, e quanto alla distruzione della registrazione avrebbe fatto il possibile, un po’ se ne intendeva... “Andiamo, diamoci un taglio, Carmine”, tagliò corto la De Rosa. “Sei un uomo navigato, saprai certamente come fare e lo farai in tempi brevissimi. Da ora abbiamo un accordo, non resta che suggellarlo a dovere. Dunque, tiralo fuori e sbrighiamoci, ché ho altro e di meglio da fare”. Carmine Cammarota non si fece pregare oltre, tirò giù la zip e il cazzo fece capolino come una bestia affamata dalla tana. Con ...