1. Montecalvario Blues: "Extremis Malis, Extrema Remedia"


    Data: 26/08/2017, Categorie: Etero Autore: renart, Fonte: EroticiRacconti

    ... occhio esperto, la sig.ra De Rosa valutò scrupolosamente la consistenza di quel membro non eccessivamente lungo ma incredibilmente largo, solcato da vene spesse e gonfie e sormontato da una cappella violacea e grossa come una prugna matura. Si umettò rapidamente il labbro inferiore con un rapidissimo tocco di lingua, prima di stringerlo fra i denti. Poi, decisa, si genuflesse fra le cosce del portiere, afferrò il cazzo e, dopo averci sputato oscenamente sopra, fissandolo dritto negli occhi, cominciò a sbocchinarlo con la perizia tecnica di una professionista del settore. Carmine stese le gambe, inarcò la schiena e grugnì al soffitto, tenendosi così forte ai braccioli della sedia che le nocche gli si sbiancarono. Un istante prima che le sbrodasse in bocca, la sig.ra De Rosa interruppe la sua suzione e, tenendo stretto l’arnese alla radice, si tirò su, si mise a cavalcioni dell’uomo e guidò la palpitante erezione nel suo anfratto mieloso. Quindi, tenendosi alla chioma spelacchiata di Carmine, prese a muoversi come una serpe, schioccando violenti colpi di sedere contro il ventre del maschio, e non curandosi affatto di trattenere singulti e mugoli, sempre più cupi e forti man mano che il ritmo accelerava, diventando spasmodico. Per distrarsi, così da prolungare il più possibile quella chiavata con la lode, Carmine rovistò nella camicetta della donna, si impadronì di una tetta soda da adolescente e prese a mordicchiarne il capezzolo duro. L’iniziativa fu molto gradita e la sign.ra ...
    ... De Rosa strinse con forza contro al petto la testa dell’uomo – che poté dire addio agli occhiali, irreversibilmente spezzatisi nel mezzo -, intensificando ancora di più la sua cavalcata. Era lì per venire quando, con insospettabili qualità muscolari, e a dispetto dell’artrosi, Carmine si tirò su con uno scatto elastico e potente, abbrancò per le chiappe la donna, che subito gli cinse le reni con le gambe, e prese a fottersela prima all’in piedi, al centro dell’angusto gabbiotto, poi contro la porta, infilzando quel corpo trasudante lussuria dal basso verso l’alto, come pugnalandola con fendenti violenti, inferti con tutto il peso del corpo, che nel caso in questione era di un peso massimo, così che i cardini cedettero e i due planarono sulla branda, per fortuna posizionata nei pressi dell’uscio, e la caduta procurò la saldatura fra i due sessi, come se il cazzo dell’uomo si fosse piantato nella fica della donna, la quale strabuzzò gli occhi e spalancò la bocca, sfiatando un aaaaaaahhhhh così godereccio che a Carmine gli si contrassero i coglioni e dovette mordersi a sangue un labbro per non schizzarle dentro. “Fottimi, figliodiuncane”, lo aggredì la sig.ra De Rosa con gli occhi fiammeggianti e l’espressione truce, “fottimi e fammi godere”. Gli piantò gli artigli nei fianchi e, nello stesso momento, gli addentò il lobo dell’orecchio sinistro. Carmine non gradì, le allungò un ceffone che la mandò ancora più in estasi e cominciò a chiavarsela col metaforico sangue negli occhi e ...