1. Ciò che dice la gente


    Data: 24/03/2021, Categorie: Trans Autore: amoreandrogino, Fonte: Annunci69

    ... la morte il tempo finisce per sempre e si può dire che tutto quello che è stato non c’è più. Non ci sarà mai più. Inesorabilmente, non si può tornare indietro nemmeno per un istante. Come mio padre, che non c’è più.
    
    Se n’è andato confidando a mia mamma, con l’ultimo sospiro, che avrebbe voluto rivedermi prima di morire. Mi voleva riabbracciare, ma è successo tutto all’improvviso e io l’ho saputo solo quando non potevo fare più nulla, se non andare alle sue esequie.
    
    Durante il funerale tutti mi guardavano come una bestia rara. O semplicemente come una bestia, ma a me non importava nulla di ciò che potesse pensare la gente. Anche il prete mi guardava con disprezzo e, se fosse stato per lui non mi avrebbe fatto entrare in Chiesa perché, essendo “diversa” senza nascondermi, rappresentavo un pericolo per la comunità e per le istituzioni. Pure lui è omosessuale, lo sapevamo tutti, ma lo faceva di nascosto, come sembra normale in una piccola comunità di persone perbene che vivono nell’ipocrisia.
    
    Le parole che il prete diceva davanti alla bara mi sfioravano appena, così come non mi toccavano le espressioni di condanna della gente e il loro modo di guardarmi con imbarazzo.
    
    Quegli sguardi e quelle parole scivolavano via sulla mia pelle perché, in quel momento, la mia testa era altrove e mi sentivo orgogliosa di ciò che ero: stavo scrivendo mentalmente una lettera a mio padre, per ringraziarlo delle parole che aveva detto a mia madre in punto di morte.
    
    Caro ...
    ... babbo.
    
    Quando la mamma rimase incinta di me, tu forse desideravi una figlia femmina. L’ho pensato molte volte quando mi portavi a giocare sulla spiaggia o al parco e vedevo che guardavi con tanta tenerezza le altre bambine, commentando talvolta che le femminucce sono più affettuose dei maschietti. Ma all’interno di quella comunità dove sono nato, apparentemente maschio, si dice che quando nasce una femmina, il padre ha sprecato una notte! Uno dei tanti stupidi detti popolari, un luogo comune, ma tu non potevi sapere che i desideri sono più forti dei luoghi comuni: hai dovuto mostrare di essere fiero di me, come tutti gli altri padri, perché ero destinato a perpetuare il tuo cognome, e anche orgoglioso del mio bel pisellino, senza sapere che non l’avrei usato con le donne, ma con quelli che vogliono assaporare la mia ambiguità. Forse desideravi una figlia femmina e di nascosto ti disturbava di non essere come tutti gli altri che volevano il maschio.
    
    Anche in seguito ti vergognavi un po’ di me, quando per esempio ti vennero a dire che a scuola non facevo a botte con i miei compagni, e certamente non potevi essere orgoglioso che io mostrassi spiccate tendenze artistiche e pochissimo interesse per lo sport e per tutte la altre cose “da maschio”. Ma ti mi volevi molto bene e hai accettato sempre tutto da me, anche se non hai potuto “accettare me” come ha fatto la mamma.
    
    Che ora accarezza i miei capelli biondi, anche se lei me li ha fatti scuri, neri neri come i tuoi.
    
    Oggi, dopo ...
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